Stràngius, 12/09/2023

 Serramanna - Ieri sera a Stràngius "Il colore della messa al bando"

I Bixinaus antigusu di via Montegranatico hanno ospitato ieri la seconda serata del Festival Stràngius, dedicata al tema Il colore della messa al bando.

Protagonisti i due autori Ibrahim Galdima e Anna Maria Gehnyei, con loro hanno dialogato Francesco Guerreschi, insegnante di lettere al liceo classico Piga di Villacidro, e il direttore artistico di Stràngius, Giuseppe Manias.

I due autori hanno raccontato le loro storie di vita, ripercorrendo le sofferenze e le gioie di cui hanno saputo apprezzare il valore. L’amore per la famiglia e la passione per l’impegno sociale di Galdima, l’educazione attraverso la musica e la danza di Anna Maria Gehnyei: questi i motori che hanno alimentato le loro volontà di riscatto.

Il razzismo e una burocrazia lenta e spesso ingiusta hanno ostacolato il loro cammino, ma sia Galdima sia Gehnyei sono riusciti a trasformare il dolore in amore per la vita, nella speranza che il mondo possa diventare, un giorno, un posto migliore.

«Vengo da una famiglia poligamica e ho tanti fratelli, figli di altre madri. L’assenza del legame di sangue non ci ha impedito di considerarci tali, anzi ha moltiplicato l’amore e mi ha insegnato a riconoscerlo. Le persone buone esistono, io ne ho tante in Camerun e ne ho trovato altrettante in Italia. Dobbiamo distinguerci dai cattivi: noi possiamo essere altro» - ha raccontato Ibrahim Galdima, che ha presentato il suo Galdima, Il Re della Savana (ed. La Rambla) scritto con Alessandra Munerol.

Nato nel 1995 in un villaggio del Camerun, il giovane scrittore è sbarcato in Italia su un gommone, fuggendo alla guerra civile e all’assedio terroristico degli jihadisti di Boko Haram. È poi diventato presidente del Cpia (Centro di inserimento e recupero per adulti) di Savona, nonché primo consigliere straniero dell’Associazione di promozione sociale Yepp (Youth Empowerment Partnership Programme).

«Tutto quello che sono oggi  - ha proseguito Galdima - viene dal mio passato. Le prime parole razziste della mia vita, uccidilo, brucialo, violentala, torturala, negro, le ho sentite pronunciare in Libia da chi ha la pelle nera come la mia. Perché il razzismo sta nel piacere di fare soffrire gli altri, non nel colore della pelle».


Anna Maria Gehnyei ieri sera ha presentato Il corpo nero (ed. Fandango Libri). È nata e cresciuta a Roma, figlia di immigrati liberiani. «In Italia - ha commentato - non riuscivo a ottenere la cittadinanza, ma sentivo di voler appartenere a un luogo. Il mio libro è dedicato ai miei avi, perché ho trovato nelle mie origini quel posto che cercavo».

Laureatasi in America, dove ha studiato scienze politiche e comunicazione, ha ottenuto la cittadinanza italiana. Danza e fa la vocalist in numerosi locali: «Fin da piccola, comunico tramite la musica: per me è stata una salvezza. La mia arte, spesso volutamente provocatoria, mi permette anche di ironizzare sulle discriminazioni che ho subito. Ho superato molti degli ostacoli che la vita mi ha messo davanti facendo del dolore un’occasione di crescita», ha raccontato la scrittrice, cogliendo l’occasione per ringraziare la sua maestra elementare Carla: «Le sue vessazioni hanno prodotto in me tanta energia che ho sfruttato nelle sfide della vita. Vorrei che i giovani vivessero il bullismo come io ho vissuto il razzismo: nell’oscurità vorrei che cercassero la luce attraverso un mezzo che li aiuti a esprimersi e a distaccarsi dal giudizio degli altri».

Gli incontri sono stati intervallati dalla lettura dei racconti autobiografici Il gilet rosso, di Martina Lasio, Una famiglia di calzolai, di Fabrizio Vidili e Mia madre, di Lucia Atzori, tratti dalla rubrica Serramanna si racconta, curata dall’associazione Il Pungolo.

In conclusione, è stata esposta la pittura del giorno, realizzata da Sebastiano Pusceddu: l’opera ritrae il volto di una ragazza vicino a un muro crepato, esprimendo la necessità di rimarginare le ferite e cercare il lato positivo della sofferenza.

Alessia Caddeo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata


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