Giovanni Impastato

 Villacidro - Una testimonianza per portare avanti la lotta contro la mafia

Una testimonianza in memoria di Giuseppe Impastato, conosciuto da tutti come Peppino, attivista impegnato nella lotta contro la mafia e ucciso per questo da Cosa nostra nel maggio 1978, all'età di trent'anni. L'ha portata il fratello Giovanni, ieri sera all’ex Mulino Cadoni di Villacidro, dove ha presentato il suo libro Mio fratello. Tutta una vita con Peppino.

Il racconto, a partire da Cinisi, comune della città metropolitana di Palermo, ruota attorno alla sua famiglia di agricoltori, legata alla mafia locale, dove suo fratello maggiore Peppino aveva avviato la sua coraggiosa rivoluzione, rifiutando di accettare il contesto mafioso fino a pagare con la vita i suoi aneliti di giustizia e libertà.

L'iniziativa è stata realizzata da Il Club di Jane Austen Sardegna in collaborazione con Demea Eventi Culturali, il Comune di Villacidro e la Consulta Giovani di Villacidro. A dialogare con Impastato, la giornalista Maria Francesca Chiappe.

«La nostra - ha esordito Giovanni Impastato - era una famiglia di origine mafiosa. Io sono nato dopo Peppino, e la mafia ci è sempre stata raccontata come qualcosa di positivo. All’età di diciassette anni, Peppino è stato mandato via di casa da mio padre, per via delle sue idee rivoluzionarie, mia madre non l’ha mai abbandonato. Ma lui ha risentito della mancanza della figura paterna, e nonostante tutto ha continuato a volergli bene. Il vero dialogo tra me e mio fratello è nato dopo il suo funerale, quando non c’era più. L’ho sempre ammirato per le sue idee e per il suo coraggio, ma ho iniziato a portare avanti la sua lotta solo dopo che lui è stato ucciso».


Nel 2000 è stato reso omaggio a Peppino Impastato con la pellicola I cento Passi ma, come ha sostenuto il fratello Giovanni: «È stato dipinto come un eroe e gli eroi possono essere spesso irraggiungibili». Peppino non è irraggiungibile, non si deve stare fermi ad ammirarlo, ma seguire le sue impronte.

Alla fine dell’incontro, Giovanni Impastato ha risposto alle domande poste dal pubblico, e ha ricordato l’importanza di difendere i valori di giustizia e libertà, dell’onestà e della lotta contro le mafie.

«La mafia si sconfigge con la cultura, non con la pistola. L’istruzione è fondamentale, tutto parte dal basso. La mafia è fatta di persone in carne e ossa, come noi. Abbiamo sconfitto il banditismo siculo, quello sardo, le bande criminali, le Brigate Rosse: perché non potremmo farlo anche con la mafia? Il cambiamento deve partire da ognuno di noi. Non possiamo fare grandi cose se non partiamo da quelle più piccole. Se si vuole cambiare, è importante non stare in silenzio e prendere una posizione».

Rachele Casu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Giovanni Impastato (foto di repertorio)

Di seguito: un momento della presentazione, all'Ex Mulino Cadoni di Villacidro

Giovanni Impastato all'ex Mulino Cadoni

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