Gonnosfanadiga - Un’ordinanza di sgombero impone il trasferimento di circa 200 animali
È uno dei punti di riferimento di tutto il territorio per la salvaguardia dei cani.
A Gonnosfanadiga, l'associazione Amici degli animali onlus finora aveva resistito, destreggiandosi tra mille emergenze, e adesso è alle prese con la più grave di tutte: lo sfratto.
Una decina di giorni fa il Comune di Gonnosfanadiga con un'ordinanza di chiusura e sgombero ha fissato per il 30 giugno il termine entro il quale le aree in località Salaponi attualmente occupate dai cani dovranno essere liberate.
Un atto obbligato quello del Comune di Gonnosfanadiga, diretta conseguenza di una denuncia pubblica, probabilmente partita dai social, e alle ispezioni sanitarie seguite, che hanno riscontrato alcune inadeguatezze delle strutture.
Il rifugio già tempo stava lavorando per la completa osservanza delle norme in materia (che ben pochi rifugi e canili rispettano pienamente), ma ora non è più possibile e si dovrà affrontare lo spostamento di circa 200 cani in una nuova struttura.
Una corsa contro il tempo, ma la soluzione è a portata di mano. Il terreno è già stato individuato, a poca distanza dal rifugio attuale, ma i lavori necessari per renderlo a norma e ospitale per i cani sono molto costosi: servono obbligatoriamente una recinzione con cordolo in muratura, le opere per disporre di acqua ed energia elettrica e per realizzare l’impianto di smaltimento dei reflui. E poi ci sono tutte le "casette" per gli amici a quattro zampe da riedificare.
Per questo l’associazione Amici degli animali onlus, operativa a Gonnosfanadiga dal 2008, ha lanciato un appello alla generosità, per affrontare e superare il difficile momento, nell'esclusivo interesse della salvaguardia dei cani.
«Siamo contenti delle manifestazioni di solidarietà che ci sono pervenute - ha ringraziato Caterina Uccheddu, anima e guida dell’associazione - ma per avviare i lavori abbiamo bisogno di almeno 70mila euro. La speranza è che una volta partiti con la sistemazione della nuova area, si possa ottenere una proroga tecnica: il 30 giugno è vicinissimo e per noi sarà fondamentale avere il tempo necessario per affrontare il trasferimento dei cani nelle migliori condizioni e con il minore stress possibile».
Un riguardo fondamentale per gran parte di loro, che proviene da un vissuto di maltrattamenti, abbandoni e disagi.
Il rifugio vive di beneficenza e volontariato, non può contare su nessuna entrata fissa e tenere in piedi la struttura ha dei costi elevati. Servono circa 50 chili di crocchette al giorno, poi ci sono i cibi speciali per i cani malati e quelli più anziani, e poi le spese veterinarie e quelle farmaceutiche, che sono altissime. E ora per l'associazione si aggiunge l'urgenza di realizzare la nuova casa a tutti i cani.
«Salveremo i nostri cani, lotteremo con tutte le forze per dare loro una nuova casa. È nostra intenzione coinvolgervi e aggiornarvi su ogni nostro passo», annunciano con determinazione dall'associazione, garantendo la trasparenza che da sempre li contraddistingue.
La conferma della serietà dell'operato dell'associazione è facile trovarla e sta nella fitta rete di corrispondenti cresciuta negli anni e nelle parecchie adozioni realizzate a livello locale ma anche a Cagliari, al centro/nord Italia e perfino in Svizzera.
Chi volesse offrire sostegno concreto per assicurare una nuova casa ai cani del rifugio, può farlo attraverso il nuovo conto dedicato. Questi gli estremi:
Iban - IT19F0101543890000070819627
Bic (codice swift) - BPMOIT22XXX
Causale - "Costruzione nuovo rifugio".
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Marco Cazzaniga © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza e seguenti: scene di vita quotidiana dal rifugio "Amici degli animali" di Gonnosfanadiga
