Vanessa Scalera

 San Gavino - Comunicato stampa diffuso integralmente

Un arduo dilemma tra giustizia e verità per “La sorella migliore” di Filippo Gili, nell'interpretazione di Vanessa Scalera, protagonista sulla scena insieme con Daniela Marra, Giovanni Anzaldo e Michela Martini, per la regia di Francesco Frangipane (produzione Argot Produzioni e Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro, in coproduzione con il Teatro delle Briciole): una pièce originale e avvincente che indaga l'ambiguità dei legami d'affetto e di sangue attraverso una vicenda emblematica e di dolorosa attualità, in cartellone domenica 28 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale sotto le insegne della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa organizzata dal CeDac / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e dei Comuni aderenti al Circuito e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

La sorella migliore” si interroga sulla responsabilità personale a fronte di un reato grave come l'omicidio stradale e sulle conseguenze che potrebbe avere la scoperta che la vittima era affetta da una seria e incurabile patologia e avrebbe comunque avuto solo pochi mesi di vita: oltre a influenzare l'opinione pubblica, tanto da portare a una revisione del processo e a una riduzione della condanna, potrebbe perfino alleviare il terribile senso di colpa dell'uomo che ha provocato l'incidente, già agli arresti domiciliari. Una notizia in apparenza “positiva” ma dai risvolti inquietanti perché il paradossale ma anche inevitabile “sollievo” di chi avverte su di sé il peso di un “assassinio” seppure involontario, non diminuisce il dolore dei parenti della donna, la cui esistenza è stata prematuramente spezzata e non soltanto per una “fatalità”.


La questione squisitamente giuridica, ovvero la quantificazione dei danni, e la corrispondente entità della pena attiene a un altro tribunale, ma davanti alla propria coscienza il reo non può cercare attenuanti né stabilire il valore della vita altrui, tuttavia le circostanze sembrerebbero giocare a suo favore e ridimensionare in qualche modo, forse, la tragedia. Ne “La sorella migliore” emergono però le complesse dinamiche dei rapporti familiari e in particolare il ruolo delle due sorelle, che affrontano l'inattesa rivelazione in modo differente: l'una ne considera gli effetti pratici e la possibile svolta nelle decisioni sul “caso” mentre l'altra avverte le insidie nascoste, come se attraverso i fatti recentemente emersi si cercasse di sminuire l'importanza del reato e sfuggire alla necessaria espiazione.

Uno spietato ritratto di famiglia – nello spazio rassicurante e protettivo di una casa, che per qualcuno è diventata prigione, evocata dalla scenografia di Francesco Ghisu, con il disegno luci di Giuseppe Filipponio a enfatizzare la temperatura emotiva dei vari momenti e i costumi di Eleonora Di Marco che riflettono il carattere dei personaggi – in cui intorno alla nuova “sentenza” prende forma un conflitto, che scaturisce dai principi etici e morali di ciascuno e dalla sua visione del bene e del male. Quell'incidente ha segnato il destino di tante persone, a cominciare dalla donna travolta e uccisa e dai suoi parenti e amici, sommersi dal dolore e dall'amarezza ma anche quello di Luca, finito in carcere con la consapevolezza di una colpa grave e incancellabile e delle sue sorelle, coinvolte loro malgrado in una vicenda triste, ma anche imbarazzante per coloro che si trovino, seppure innocenti, dalla parte del torto.

Tuttavia quell'avvenimento così traumatico potrebbe avere in sé dei risvolti inattesi, rappresentare per qualcuno l'inizio di un percorso di rinascita, di lucida presa di coscienza dei propri diritti e doveri, un indispensabile momento formativo e di crescita per approdare a una piena assunzione di responsabilità in cui non è escluso il significato educativo di una punizione. “La sorella migliore” mostra i punti di vista differenti e quasi opposti di Sandra e Giulia, che affrontano il tema scabroso della colpevolezza del fratello in maniera totalmente differente: la ridotta aspettativa di vita della donna investita può essere sfruttata nella strategia difensiva, come sottolinea l'avvocata Giulia, ma quando come previsto si ottiene l'atteso sconto di pena, «Giulia non concorda con quella strana, strisciante felicità».

Il “delitto” merita comunque un castigo, ma nel corso di estenuanti conversazioni tra i tre fratelli riaffiorano ricordi e nodi irrisolti del passato, le discussioni sulle cause e gli effetti dell'incidente riportano alla luce frammenti del vissuto dei protagonisti, in una sorta di psicodramma tra sconcertanti rivelazioni e crudeli verità.

Tra le acute analisi e le differenti argomentazioni, “La sorella migliore” affronta l'argomento scottante e delicato specialmente dal punto di vista del reo: «Come cambierebbe la vita di un uomo, colpevole di un gravissimo omicidio stradale, se venisse a sapere che la donna da lui investita e uccisa anni prima avrebbe avuto, per chissà quale male, nell’istante dell’incidente, solo tre mesi di vita?» il quesito fondamentale, che misura le ore di angoscia e di buio di un individuo finito d'improvviso nel girone dei “criminali”. «Sarebbe riuscito a sopportare, con minor peso, gli anni del dolo e del lutto, gli stessi in cui vivono per chissà quanti anni ancora, le persone legate alla donna uccisa? E quanto sarebbe giusto offrire alla coscienza di un uomo, macchiatosi di una tale nefandezza, una scorciatoia verso la leggerezza, verso la diluizione di un tale peso?» si legge nelle note di presentazione. E resta il dubbio se «un familiare, una strana sorella, per quanto possa amare lo stolto, gli regalerebbe questa comoda verità? Oppure a suo modo, mettendo da parte l’amore – e forse per chissà quali pregressi – gliela farebbe comunque scontare?», in un dramma moderno appassionante «dove l’amore si scontra e fa a botte con il senso di colpa e il rimorso, in un turbinio di sentimenti e riflessioni su ciò che è giusto, che è morale».

Biglietti: intero 15 euro – ridotto 12 euro
Info e prevendite: 340.4041567 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.cedacsardegna.it
Prevendite online: www.vivaticket.com

Immagine principale: Vanessa Scaleda (foto CeDac)

Comunicato a cura di CeDac / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna

I comunicati stampa sono importanti, come il lavoro di chi li scrive: per questo, quando riteniamo utile divulgarne il contenuto attraverso le nostre pagine, abbiamo scelto di farlo in modo riconoscibile e distinto dagli altri articoli di nostra produzione, riportandoli integralmente, nel rispetto della filiera dell'informazione. (Redazione Il Sardington Post)

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