Samassi - Un percorso artistico tra identità, libertà creativa e sperimentazione
Cercare l’arte dentro di sé può portare a grandi scoperte: il samassese Silvano Caria segue questo principio da anni, con un percorso personale sulla materia e l’evocazione poetica del passato. Graffiti, frammenti, contrasti sono solo alcuni dei suoi tratti caratteristici e sono divenuti protagonisti di eventi come mostre e concorsi.
Formatosi negli anni Settanta, Silvano Caria ha sempre sentito l’arte come la sua strada: «Ho frequentato il liceo artistico ma, provenendo da una famiglia numerosa, al terzo anno ho dovuto lasciare. Tuttavia, la mia appartenenza a quel mondo era molto forte, perciò ho iniziato realizzando soggetti che potessero piacere e poi ho continuato leggendo tutto ciò che reperivo sull’argomento». Dopo qualche tempo in questa direzione, il trasferimento a Pavia e un cambio di rotta: «Ho cominciato a studiare e sono partito alla volta della Svizzera per lavoro, poi sono rientrato e mi sono sposato. Siamo rimasti per diversi anni a Pavia, dove è maturata un po' la svolta: ho gradualmente sviluppato una libertà svincolata dai gusti degli altri e orientata a soddisfare solo la mia coscienza».
Libertà: questa la parola d’ordine di Caria. Il suo lavoro spazia tra i temi più variegati, tutti guidati da un istinto personale: «Successivamente è nata la predilezione di seguire alcuni temi. Ho cominciato – ha raccontato il settantaseienne artista – ad amare l'arte, la storia dal punto di vista arcaico e a pormi delle domande. Dopodiché, ho sentito il bisogno di applicare questi temi anche alla materia».
Tempo, terra, racconti del mare sono solo alcune tra le tematiche sviluppate, in un intreccio diricerca interiore ed estro creativo: «Il mio modo di interpretare le arti figurative si basa sul tentativo di raccontare ciò che in genere non posso narrare. Sento la necessità di esprimere quello che sento e le pagine che coinvolgono tutto il nostro esistere; da qui nasce un lavoro dedicato a una precisa condizione, storia o emozione».
Sperimentazioni, che a volte incontrano le proprie radici, come testimoniato dal suo ultimo lavoro, la serie Monocromi: «Il monocromo è formato da un colore con diverse varianti. I colori hanno frequenze d’onda e possono provocare in noi spettatori benessere o fastidio: con questo metodo io posso capire e decifrare determinati scenari. C'è anche una componente identitaria, non determinata dal colore o dalla materia perché, guardando i monocromi dall’alto, si intravedono una serie di siti archeologici sardi».
Per il futuro imminente, l’artista ha in programma di fare conoscere un progetto per lui molto importante, condiviso per ora solo sui social: «Consiste in una serie di tele che si innalzano: il tema è quello dei vuoti a perdere, spazi fisici ma anche mentali, da dove i pensieri vengono estratti una volta trasformati in azioni. È come togliere il tuorlo dall'uovo: rimane l'involucro e quel guscio è un vuoto a perdere, va valorizzato perché ha fatto nascere il nucleo. Questo vuoto a perdere crea l'opera completa ed è importante quanto ciò che genera».
Chiara Medinas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: Silvano Caria
Di seguito: alcune delle sue opere