Sanluri "Da Raffaello al Maestro di Sanluri": l'iniziativa del Rotary Club tra arte, storia e identità locale
È stata un'iniziativa di grande portata storica, quella tenutosi ieri sera nella Chiesa di San Pietro, a Sanluri, organizzata dal Rotary Club Sanluri Medio Campidano, in collaborazione con il Comune di Sanluri e la Parrocchia di San Pietro: una conferenza tenuta dallo storico dell’arte e museologo Roberto Concas, per riporre l’attenzione sul Retablo di Sant’Eligio, importante opera pittorica del XVI secolo, dalle ragguardevoli dimensioni di 4,46 metri di altezza e 3,57 metri di lunghezza.
Nel 1913 il Retablo (una pala d’altare composta da diversi scomparti pittorici, in questo caso un doppio trittico) è stato prelevato dalla Chiesa di San Pietro a Sanluri, sua collocazione originaria, per essere sottoposto a restauro, ma non vi ha mai fatto ritorno, nonostante le ripetute richieste. L’opera attualmente si trova esposta alla Pinacoteca Nazionale di Cagliari.
«Abbiamo proposto a Roberto Concas, che da anni lavora allo studio di quest’opera - ha spiegato Angelo Bandinu, ex sindaco di Sanluri e socio Rotary - di dedicare una giornata per parlare di Raffaello in relazione al retablo, il più grande della pinacoteca di Cagliari. L’obiettivo è stato quello di far conoscere il retablo alla comunità e sollecitare una coscienza popolare che possa portare, in futuro, alla richiesta collettiva della sua restituzione, per riporlo nella collocazione originaria. Sanluri è l’unico paese della zona ad avere perso il suo retablo, perciò è doveroso riportarlo a casa».
A illustrare al pubblico le figure del retablo è stata Irene Musa, storica dell’arte e socia Rotary, la quale ha tra l'altro sottolineato che non si conosce l’identità dell’autore dell’opera, convenzionalmente attribuita al cosiddetto Maestro di Sanluri.
L'opera del Maestro di Sanluri , secondo gli studi condotti da Concas, manifesta connessioni compositive e persino elementi matematici affini al contesto rinascimentale europeo, che evidenziano influssi del pensiero filosofico di eminenti artisti quali , Raffaello, Perugino e Leonardo.
La conferenza, dal titolo Da Raffaello al Maestro di Sanluri si sarebbe dovuta tenere nel 2020, nel cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello Sanzio, ma a causa della pandemia è stata rimandata, scivolando fino a ieri.
Roberto Concas ha spiegato il retablo attraverso la lente della semiotica dell’arte, disciplina che studia i segni e il loro significato. «Ogni opera d’arte ci lascia sempre uno spazio per entrare nella storia e partecipare al racconto. C’è sempre un rapporto opera d’arte-uomo, perché l’artista cerca sempre di trasmettere qualcosa allo spettatore, con le sue opere».
Concas ha proseguito con la lettura delle figure, con le loro possibili interpretazioni, con la morale a cui rimandano, concludendo con un confronto sulla visione delle opere d’arte: dal passato a oggi e tra il retablo di ieri e di oggi, prima e dopo il restauro.
La serata, molto partecipata, ha visto l’intervento dei diversi organizzatori: «Ringrazio il Rotary e il parroco per questa collaborazione - ha detti il sindaco di Sanluri Alberto Urpi - perché è lavorando insieme che si ottengono i risultati migliori. Il retablo dovrebbe essere un bene a disposizione della comunità di Sanluri, per valorizzare il territorio e conservare e tramandare la cultura, di cui il nostro paese è ricco».
Don Mariano Matzeu, parroco di Sanluri ha aggiunto: «Credo che questa serata ci serva per conoscere, per apprezzare, per amare ciò che appartiene al nostro paese. Tante persone, negli anni, mi hanno chiesto di fare riprodurre una copia fedele del retablo, ma mi sono sempre rifiutato e continuerò a farlo, finché sarò qui. Il retablo è uno, e spero che possa tornare a casa».
Per l’occasione è stato realizzato, dal Rotary, il calendario 2024, con le immagini del retablo selezionate da Roberto Concas e Irene Musa.
Rachele Casu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: uno scatto della conferenza (foto Roberto Bandinu)
Di seguito, la chiesa di San Pietro che ha ospitato l'iniziativa (foto Roberto Bandinu)