Villacidro - A Ermanno Cavazzoni ed Enrico Testa il Premio letterario, ma a vincere quest'anno è la Fondazione
Ermanno Cavazzoni per la sezione Narrativa con Il gran bugiardo ed Enrico Testa nella sezione Poesia con L'erba di nessuno hanno vinto la trentottesima edizione del Premio Dessì. Durante la cerimonia di premiazione di ieri sera, a Villacidro, sono stati consegnati anche il Premio speciale della Giuria a Elena Cattaneo e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna a Lucio Caracciolo (in collegamento video), oltre alla Menzione speciale della Fondazione Dessì al libro Un giorno all'improvviso, curato da Giulia Giornaliste Sardegna.
Dalla serata, condotta da un sempre stimolante Neri Marcorè che ha interloquito con tutti gli ospiti (con i vincitori sul palco c'erano Silvia Ballestra, Paolo Febbraro, Umberto Fiori, Gennaro Serio e gli altri premiati), tuttavia, a uscire vincitore è stato soprattutto il Premio Dessì stesso.
Quel Premio la cui edizione 2023 era stata seriamente posta in pericolo dalla sequela di dimissioni che ha messo a dura prova la tenuta stessa della Fondazione intitolata all'autore di Paese d'ombre, sulla cui disfatta c'era già chi era pronto a scommettere.
Il nuovo direttivo, capitanato da Debora Aru, non solo è riuscito a condurre in porto con successo la trentottesima edizione del Premio e a proporre, come da tradizione, un parterre di ospiti di grande prestigio, ma ha saputo fare di necessità virtù, trasformando i ritardi generati dal periodo di assenza di una guida alla Fondazione in una nuova formula di produzione artistica e inventandosi una diversa collocazione temporale rispetto al passato.
La hanno visto tutti come la palestra di via Stazione che ieri ha ospitato la cerimonia di premiazione è apparsa trasformata, grazie alla mano di un'abile regia: nessuna traccia del tipico grigiore del palazzetto prefabbricato, trasfigurato per l'occasione in un vero e proprio spazio polivalente, dove anche la scenografia, realizzata con un efficace intervento di illuminazione cromatica, è parsa finalmente all'altezza dei contenuti letterari e artistici, come sempre di elevata e indiscutibile qualità.
E forse la collocazione novembrina, più distante dall'affollamento festivaliero e di presentazioni letterarie di tarda estate potrebbe portare ulteriore giovamento alle prossime edizioni del Premio. Così come la modalità differita con la quale sono state presentate le proposte culturali a corollario del Premio: non più concentrate in una fitta raffica di appuntamenti estremamente ravvicinati, ma diluite in un cartellone distribuito su tre mesi, portando la voce della cultura a risuonare con una maggiore continuità e una persistenza prolungata. E nei tempi bui che stiamo attraversando non possiamo che farne tesoro.
Marco Cazzaniga © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: un momento della cerimonia di premiazione del Premio Giuseppe Dessì