San Gavino, Gramsci, Lerner, Truzzi

 San Gavino - Teatro gremito ieri sera per lo spettacolo “Il sogno di Gramsci. I temi liceali di un giovane ribelle”

Grande successo al  Teatro comunale di San Gavino Monreale, dove ieri sera ha preso vita lo spettacolo Il sogno di Gramsci. I temi liceali di un giovane ribelle di e con i giornalisti Gad Lerner e Silvia Truzzi, per la regia di Simone Rota.

Lo spettacolo ha aperto la stagione de La Grande Prosa e Danza, Circo Contemporaneo, organizzata dal CeDac Sardegna, con il patrocinio del ministero della Cultura.

La rappresentazione si è mossa sulle fasi principali della vita di colui che, nato nel 1891 ad Ales, è diventato leader del Partito Comunista d’Italia: le difficoltà familiari, la formazione a Cagliari e l’esperienza torinese, l’amore per Giulia Schucht, fino all’impegno intellettuale e politico che gli costò l’arresto. Lo spessore di Antonio Gramsci è testimoniato dalle voci di coloro che l’hanno conosciuto - come Sandro Pertini, Teresa Noce, Battista Santhià, Giorgio Carretto - e dei quali, nel Teatro comunale, sono state riprodotte le registrazioni originali raccolte da Mimma Paulesu Quercioli, nipote di Gramsci, e conservate nella Casa Museo di Ghilarza.

L’idea di Lerner e Truzzi nasce nella primavera del 2022 in seguito a un «fortunatissimo ritrovamento casuale», racconta il giornalista. Infatti, nella casa di Francesco Scotti, amico del fratello minore di Antonio, Carlo Gramsci, Alice Barrese ha rinvenuto tre fogli protocollo, datati 1911, contenenti i temi di quel Nino che, arrivato da terra sarda, è poi sbocciato nell'intellettuale Antonio Gramsci, studiato in tutto il mondo.


Quegli stessi temi, nel corso dello spettacolo, sono stati letti dall’attore sangavinese Alberto Ibba. Attraverso una «Scrittura sorvegliata, antiretorica, polemica, che preferisce l’ironia e il sarcasmo», ha spiegato Truzzi, Gramsci ha mosso profonde riflessioni sull’importanza della cultura e del pensiero critico, sulle trasformazioni della società e il torto dell’età moderna, sulla condizione degli operai e, non per ultimo, sul femminismo. Fu lui ad affidare a Rita Montagnana il compito di organizzare il Movimento femminile su scala nazionale e, come racconta la madre costituente Teresa Noce in una registrazione, si era accorto che «Il capitalismo ha inventato la divisione del lavoro, divisione che si riflette nelle famiglie operaie, in cui la donna viene sfruttata molto di più».

Lerner ha poi sottolineato come «Già nel 1911, all’età di vent’anni quel ragazzo coltivava, in embrione, le future celebri riflessioni su americanismo e fordismo dei Quaderni dal carcere». Lo stesso Mussolini, fondatore di quella dittatura colpevole della prigionia dell’intellettuale, «Ne colse da subito il genio» e, sempre dal fascismo, venne mossa la sentenza del Pubblico Ministero Michele Isgrò secondo cui «Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare».

Il falso mito della povertà di pensiero giovanile, a sentire l’intuito di Gramsci, è presto scardinato. A tale proposito, nella mattinata del 10 ottobre, sono stati invitati gli studenti dell’Istituto Marconi-Lussu di San Gavino e del Liceo Piga di Villacidro: le parole di Gramsci sono un’occasione di riflessione sul presente, per i giovani ma non solo.

«Se ci è richiesto di aspirare a diventare protagonisti consapevoli della storia - ha detto Lerner - allora serate come questa risultano essere utili. "Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza", diceva Gramsci. Il suo è uno straordinario percorso di conquista della cultura, non per gusto di erudizione ma per metterla al servizio di una causa di civiltà di cui oggi sentiamo enormemente bisogno».

Valentina Frau (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

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