Roberto Ziranu

 San Gavino  Fino al 5 novembre a Casa Mereu le 12 opere in ferro di Roberto Ziranu

Sono graffi che lasciano il segno quelli di Roberto Ziranu, artista oranese, cinquantaquattrenne, opere che non si possono ammirare senza apprezzarne l'anima che esprimono.

"I dodici graffi" sono altrettanti ritratti realizzati su lastre di lamiera in ferro utilizzando le tecniche dello sbalzo, dell’incisione e della fiammatura. Particolarità delle opere è che sembrano animate di vita propria: le espressioni dei volti mutano al cambiare del punto di vista dell'osservatore, i loro sguardi scrutano, le loro labbra sembrano parlare.

La galleria è un omaggio alla Sardegna raccontato attraverso le dodici immagini di suoi significativi protagonisti: Andrea Parodi, Costantino Nivola, Edina Altara , Eleonora d’Arborea, Gigi Riva, Giovanni Lilliu, Grazia Deledda, L'Accabbadora, Maria Carta, Maria Lai, Paolo Pillonca e Piero Sanna.

Roberto Ziranu commenta così la sua mostra: «Sono dei ritratti, dei quadri in ferro realizzati attraverso un nuovo modo di fare arte, ma soprattutto esprimono la voglia di ricordare e di omaggiare dodici eccellenze, sei donne e sei uomini che hanno dato lustro alla nostra isola».

Definirlo fabbro o scultore è davvero riduttivo: dopo avere visto da vicino le sue opere esposte a San Gavino e scambiato qualche impressione con lui, si capisce subito che Roberto Ziranu è un'artista a tutto tondo, di quelli con la A maiuscola, animato da un'emergenza comunicativa che ne ha permeato tutta la vita.


Cominciò da giovanissimo, nel solco della tradizione di famiglia, ad apprendere i segreti della lavorazione del ferro. Ben presto Roberto Ziranu iniziò a mettersi in gioco personalmente, in una sorta di scommessa con se stesso, aprendo una sua bottega personale. Fino circa ai quarant'anni d'età ha realizzato diversi oggetti di arredamento, destando l'interesse di riviste nazionali che gli spalancarono le porte per realizzare apprezzatissime mostre in Italia e all'estero. Un'evoluzione artistica descritta il giorno dell'inaugurazione della mostra, quando è stata presentata al pubblico la biografia dell’artista, Anima Ferrosa.

«A un certo punto - ha ricordato Ziranu - ho avvertito l'impulso non più rimandabile di provare a sperimentare qualcosa di nuovo, di instaurare un rapporto diverso con il ferro, la materia che già padroneggiavo ma con la quale avevo necessità di scoprire nuovi orizzonti. Facevo sculture con ferro forgiato, cercando l'anima più intima di questa materia ho cominciato a utilizzare il cannello per dare una colorazione originale alle opere nate dal ferro che lavoravo. Ed è così che una materia normalmente considerata fredda e poco espressiva ha cominciato ad assumere una nuova vitalità».

Poi la svolta più recente che lo ha portato a realizzare i ritratti esposti in mostra: «Questi dodici graffi sono un po' i graffi della vita, le cicatrici che ognuno di noi si porta dentro. Dopo un anno un po' buio ho affrontato una nuova fase creativa: otto mesi senza uscire da bottega, giorno e notte. È stato partorire qualcosa che avevo dentro e che sentivo di dovere realizzare: ho iniziato con Eleonora d'Arborea e poi ho continuato con gli altri personaggi».

La mostra I dodici graffi, nell'ambito del Festival letterario del Monreale, resterà aperta fino al 5 novembre presso i locali di Casa Mereu a San Gavino, dove è visitabile dalle 17 alle 19.

Marco Cazzaniga © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Roberto Ziranu accanto al ritratto di Maria Lai alla mostra "I dodici graffi" di San Gavino

Di seguito: la presentazione la biografia dell’artista, "Anima Ferrosa" con Alessandra Ghiani e Roberto Ziranu accanto al ritratto di Piero Sanna, Tenore di Bitti.

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