Gemellaggio Segariu Quinto Treviso

 Segariu - La storia di Luigi Lai e Alfredo Feletti: un miracoloso scambio di figli e di famiglie

È singolare, per non dire incredibile, la storia di due soldati, uno segariese, Luigi Lai, e uno trevisano, Alfredo Feletti, al punto da stimolare, un anno, fa un gemellaggio culturale tra i loro paesi. Era il 3 ottobre 2022 quando in occasione della Giornata internazionale dell’accoglienza la biblioteca di Segariu e quella di Quinto di Treviso si interfacciarono via Skype per celebrare l'evento.

La storia è raccontata all’interno del libro del giornalista e scrittore Fausto Pajar, Soffitte del Nordest. Persone, cose e fatti che parlano al cuore (Piazza Editore).
L’autore, «dettato da ragioni di affetto e di cuore», si era messo ricerca delle memorie di cittadini del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia e del Trentino-Sudtirolo e si è imbattuto in una storia tanto singolare quanto emozionante. A raccontarla è Maria Jolanda Feletti, trevigiana nata nel 1927, ricordata dalla comunità per la sua dedizione verso il prossimo.


L'epoca è quella dell’ultimo periodo della Seconda guerra mondiale, il conflitto a cui stavano partecipando tre dei suoi fratelli, sulle cui sorti non si aveva alcuna notizia. La casa dove abitava insieme alla sua famiglia si trovava tra Quinto e Zero Branco e, non troppo lontano, scorreva il Dosson, un piccolo fiume. Un giorno, il padre di Maria si imbatté in un giovane impaurito che, da ben quattro giorni, si nascondeva in mezzo ai campi riuscendo a sopravvivere con ciò che la natura donava. L’uomo raccontò di essere sardo, originario di Segariu, e di essere sfuggito al rastrellamento dei tedeschi a danno dei Partigiani. Da quel giorno, fino al giugno del 1945, venne accolto dalla famiglia Feletti che gli fece indossare gli abiti di uno dei figli partiti per la guerra, Alfredo.

Non mancarono le preoccupazioni e le paure relative a questa accoglienza. Un giorno, quasi per caso, Luigi Lai riuscì a sfuggire a una perquisizione tedesca nella casa dei Feletti perché era andato al cinema; Maria ha detto di avere temuto: «Se viene a casa adesso, che cosa succede? Vedono che è sardo, lo vedono di sicuro perché lui è riccioluto e moro di carnagione, quasi nero».

L’ultima domenica di aprile, la famiglia Feletti venne rallegrata dal ritorno del figlio Beppino e, venti giorni dopo, comparve anche Alfredo. Dopo avere conosciuto Luigi Lai, gli chiese: «Dimmi un po’, tu sei sardo davvero?». «Si», rispose Luigi. «E di dove sei?» «Di Segariu». Alfredo, perplesso e, al contempo, commosso, lo strinse in un forte abbraccio: incredibilmente, mentre la famiglia Feletti sfamava Luigi Lai a Quinto di Treviso, Alfredo Feletti veniva accudito dalla madre di Luigi Lai, a Segariu.

«Mio fratello - ha aggiunto Maria Feletti - mi raccontò che un giorno la mamma di Luigi gli aveva portato un pezzo di pane casereccio appena sfornato, meraviglioso e fragrante, e del vino: è stata una bella festa per lui. È stato il più bel giorno di guerra».

Le due famiglie si tennero in contatto e riuscirono a incontrarsi di persona e, ancora oggi, questo prezioso ricordo è custodito in soffitta. Come spiega Pajar nella Prefazione del suo libro: «Nelle soffitte stanno pezzi di cuore di ciascuno di noi. Nel cuore, in una sorta di soffitta degli affetti, tutti noi conserviamo i volti, i gesti, l’amore delle persone care scomparse».

È una storia che ha dell’incredibile, quella di Luigi Lai e di Alfredo Feletti, inserita in un contesto drammatico in cui la solidarietà e l’aiuto reciproco diventano l’unica fonte di salvezza.

Valentina Frau (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: il gemellaggio culturale del 3 ottobre 2022 tra le due biblioteche (foto delle due postazioni di Segariu e Quinto di Treviso)

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