Stràngius, 15/09/2023

 Serramanna - Pensieri su isole e isolamento nella ricchezza delle riflessioni offerte da Stràngius

Isole e isolamento: di questo si è parlato nella quinta serata del festival Stràngius, venerdì sera a Serramanna, il cui tema del giorno era La terra messa al bando.

Ha aperto l'incontro, sotto l'esotica cornice del verde che orna la casa campidanese Puddu, Antonio Rinaldis (assente per problemi di salute l'annunciato ospite Mauro Morandi), introdotto da Manuela Orrù: si è parlato di bellezza, amore e utopia, con qualche inevitabile concessione a qualche riflessione filosofica, essendo Rinaldis docente di filosofia oltre che scrittore.

Il tutto nella scia del libro presentato, Il guardiano di Budelli (Diarkos), scritto a quattro mani da Rinaldis e Morandi.
Vi si racconta la storia di Morandi, un individuo che ha deliberatamente scelto di vivere per quasi tre decenni in totale isolamento su una minuscola isola nell'arcipelago della Maddalena, Budelli.

Una scelta che non è solo isolamento, ma anche fuga, alla ricerca di una forma nuova nella quale incanalare inquietudine e ribellione di chi rifiuta il mondo così come è venuto a configurarsi oggi.
L'incontro tra Morandi e lo scrittore Antonio Rinaldis ha dato vita a un lungo confronto incentrato sugli aspetti essenziali della vita, che si è trasformato poi nelle pagine del libro, un resoconto di un'intera esistenza spesa nell'inseguimento di una dimensione vitale più umana e sostenibile.

Il libro rappresenta una discussione appassionata in cui l'amore per la natura e la bellezza di Budelli, e la ricerca di frugalità e autenticità si mescolano alla critica dei valori (?) della società capitalista contemporanea e della cieca burocrazia che ha determinato la cacciata dall'isola di Morandi, lacerando per sempre il rapporto simbiotico che lo legava a Budelli.


All'isolamento in qualche modo scelto, è seguito un analoga dimensione, però imposta, quella della carcerazione e della privazione di libertà.

Ne ha raccontato, nella seconda parte della serata, Nicoletta Dosio coordinata dagli interventi di Debora Zucca, sullo sfondo della presentazione del libro Fogli dal Carcere - Il diario della prigionia di una militante No Tav (Red Star Press).

Un'opera dal forte peso specifico antagonista, arricchita da interventi di Haidi Giuliani, Daniela Bezzi, Valentina Colletta, Emanuele D’Amico e Italo Di Sabato.

«Il carcere è un non luogo dove si vive un non tempo» ha sinteticamente riassunto Dosio per introdurre il suo racconto sulla realtà carceraria vissuta dopo l'arresto (a oltre settantacinque anni) per avere fatto parte del movimento No-Tav, e protestato nella lotta per la difesa delle terre di Val di Susa, in Piemonte, minacciate dai progetti per la realizzazione della ferrovia ad alta velocità.

Nelle sue pagine, Dosio racconta l'esperienza della prigionia, condivisa con le compagne di detenzione: un'umanità costretta alla sofferenza e agli stenti, destinata a una desolazione rassegnata, ma che tuttavia si dimostra solidale e palpitante di libertà non appena riesce a prendere coscienza della propria situazione.

Marco Cazzaniga (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

 

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