Alessandro Barbero

 Sanluri - Un successo la visita di Barbero per il Festival della Rete dei Castelli

Bagno di folla per Alessandro Barbero ieri a Sanluri, ospite al teatro comunale del Parco S'Arei per l'incontro, sul tema Guerra nel Medioevo. Storie, Miti e Leggende.

Cinquecento i presenti in teatro e nel foyer su oltre mille richieste di prenotazione. Il noto storico e divulgatore, accademico e scrittore, ha condotto la serata con la simpatia e la passione che gli sono proprie, proponendo avvincenti e appassionanti racconti e considerazioni sulle guerre del Medioevo.

«Quando qualche mese fa – ha detto Barbero in apertura di serata - abbiamo deciso insieme l’argomento di questo incontro, la guerra del Medioevo, collegato anche al ricordo della grande battaglia di Sanluri del 1409 , una tappa decisiva nella storia della sardegna, non pensavo che sarebbe stato un tema collegato anche all’attualità dei nostri giorni: spero che forse parlare della guerra del passato possa anche essere un modo per capire come siamo noi oggi».

L’incontro è partito con una premessa importante dello storico: «Io non sono uno specialista della storia sarda. Non mi stancherò mai di dire che per conoscere la storia di un paese bisogna viverlo, conoscerne i luoghi e avere la possibilità di frequentarne gli archivi: la storia della Sardegna è così profonda e stratificata che non può essere riassunta in poco tempo: mi limiterò a raccontare come venissero vissute le guerre nel Medioevo».


Durante l’incontro con i giornalisti che ha preceduto la serata, Barbero, il cui podcast Lezioni e Conferenze di Storia, è stato il più seguito su Spotify in Italia nel 2021, si è espresso anche sull’attuale ruolo della propaganda e del controllo dell’informazione, con evidente riferimento alla guerra in corso in Ucraina: «A orientare il peso dell'opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione iniziò Napoleone, pubblicando ogni giorno il bollettino della Grande Armata: fa scrivere quello che vuole e lo pubblica sul Moniteur, foglio ufficiale da cui tutti i giornali francesi attingono e divulgano il bollettino dell’imperatore. L’impatto del quotidiano nel 1810 è paragonabile alla potenza di manipolazione che si esercita oggi attraverso Internet. Nel Medioevo era molto più difficile esercitare il controllo sull’informazione: le notizie arrivavano tra la gente attraverso il viaggiatore o il mercante».

Giorgio Murru, direttore scientifico del Festival Rete dei Castelli Medievali che ha promosso l’incontro, ha parlato del progetto che vede oltre a quella di Sanluri, la partecipazione dei comuni di Laconi, Las Plassas, Sardara e Villamar: «L’evento si pone a conclusione di una serie di attività presentate durante l’autunno scorso, ma il progetto continuerà, con l’intento di portare alla conoscenza di tutti i sardi un periodo storico importantissimo, come quello del Medioevo, lungo quasi un millenio».

Il sindaco di Sanluri, Alberto Urpi introducendo la serata ha evidenziato un ponte ideale tra l’importanza del periodo storico del Medioevo in Sardegna e l’orizzonte politico dei nostri giorni: «Si pensi che l’ordinamento statuale indipendente del periodo dei Giudicati faceva invidia al mondo intero, tanto che la Corona d’Aragona, la potenza mondiale del tempo, decise di mettere fine a questa voglia di indipendenza. Una voglia di indipendenza che si trasforma oggi in una richiesta di maggiore autonomia, da richiedere con forza per superare il gap dovuto alla nostra insularità, con il quale facciamo i conti ogni giorno».


m.c. © Riproduzione riservata


Immagine in evidenza: Alessandro Barbero alla conferenza stampa con Giorgio Murru e Alberto Urpi, al Castello di Sanluri

Immagine seguente: un momento della serata al teatro comunale del Parco S'Arei


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