Palazzetto Bia Nuraminis Serramanna

 Serramanna - La Polisportiva Atletica Serramanna dedica una giornata alla sensibilizzazione sull’autismo

Lo sport come strumento di inclusione. Questa l’idea sulla quale si costruisce la giornata di sensibilizzazione sull’autismo attraverso lo sport promossa dalla Polisportiva Atletica Serramanna, che si terrà oggi dalle 10,30 alle 13 al palazzetto dello sport di Bia Nuraminis.

La giornata, come si legge nella lettera di invito alla famiglie serramannesi, si configura come un open day basket camp nella quale i ragazzi possano sperimentare l’ambiente sportivo ed auspicabilmente creare un gruppo che possa cominciare l’attività sportiva.

Il progetto si appoggia ad un team di allenatori, assistenti e personale qualificato con il supporto dello Studio Psicologico clinico Kaleidos, di Cagliari, che si occupa di neurodiversità e da anni promuove l’inclusione.

«Questa iniziativa - ha spiegato Antonio Ara, responsabile del settore special dell’associazione - nasce dalla richiesta di un genitore, il cui figlio è nello spettro autistico, inserito da noi nel mini basket, di provare ad organizzare una giornata dedicata a questo, per mettere in luce il fatto che anche per altri bambini ci può essere questa opportunità: molto spesso le famiglie non lo sanno oppure provano una sorta di senso di vergogna. Contattati quindi da questa famiglia e con l'ausilio di alcuni specialisti di riferimento, abbiamo deciso di fare una prova: un salto nel buio».


La polisportiva non è nuova a progetti improntati all’inclusione di chi è altro da noi. Già da diverso tempo ha coinvolto nelle sue squadre diversi atleti con disabilità,  che giocano nello stesso campionato di basket dei loro altri coetanei, quelli che spesso, in modo ignorante, vengono definiti abili. Se c’è qualcosa che realtà come questa però dimostrano è che per essere “abili a fare qualcosa" non è necessario rientrare in quella che viene considerata normalità: basta offrire a ognuno gli strumenti di cui ha bisogno per consentirgli di riuscire al meglio delle sue capacità.

«I ragazzi con disabilità vengono esclusi non perché non sono capaci di vivere insieme agli altri ragazzi, ma perché la società ha una forma di disabilità, ossia non sviluppa valori etici e di inclusione per abbattere le diversità, perché è più facile stare con chi si comporta come me che con chi si non si comporta come me», ha aggiunto Ara.

Di sensibilizzazione sul disturbo dello spettro autistico di certo c’è un grande bisogno. Sono 78mila le persone nel mondo ad essere nello spettro, in Italia un bambino su 77, eppure comunemente si è davvero poco informati sull'argomento, troppo influenzati da false credenze o dal sentito dire.

Si continua a parlare dell’autismo come di una malattia quando si tratta invece di una neurodivergenza, un tipo di funzionamento che diverge dalla tipicità, che può essere più o meno invalidante su vari fronti.

Eppure iniziative e realtà come quella proposta e vissuta dalla Polisportiva Atletica Serramanna lasciano ben sperare, dimostrando la volontà, non solo di accogliere la diversità ma anche di volerla conoscere a fondo e integrare in modo completo, creando attraverso lo sport una comunità più accogliente, consapevole e inclusiva. Perché essere diversi non significa essere sbagliati o non essere capaci.

Eleonora Serpi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: il palazzetto sportivo di Bia Nuraminis (foto tratta dal sito del Comune di Serramanna)

Di seguito: la locandina della manifestazione

Autisport Locandina

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