Villacidro - Anche i bambini ucraini tra le 240 presenze al campo sportivo di via Parrocchia
Pallone, divertimento ma anche esperienza di comunità e di crescita, dove lo sport diviene modello d'inclusione e di educazione al rispetto.
Si è chiuso ieri il Summer Camp organizzato dalla scuola calcio F.c. Villacidro in collaborazione con la Villacidrese: un vero e proprio centro estivo allestito al campo sportivo comunale di via Parrocchia, dove per tre settimane si sono avvicendate circa 240 presenze, tutti bambini tra i quattro e i dodici anni. Per loro tanto sport, giochi organizzati e divertimento allo stato puro, sempre sotto gli occhi vigili ma discreti di istruttori e volontari.
«L'obbiettivo principale - ha detto Nicola Saiu, dirigente della società calcistica - visto che abbiamo un settore giovanile di centocinquanta ragazzi, era quello di garantire anche nel periodo post scolastico le condizioni perchè i bambini potessero continuare a fare attività. Ma non solo: oltre al calcio ci premeva anche trasmettere alcuni valori come la condivisione e il rispetto reciproco. E i risultati si sono visti: collaborazione, divertimento e zero atti di bullismo, che da noi non possono trovare spazio, mai».
I ragazzini hanno anche fatto esperienza di integrazione, accogliendo a più riprese otto bambini ucraini, ospiti di una comunità d'accoglienza villacidrese: l'esito è stato più che positivo, favorito dalle potenzialità offerte dal gioco e dal divertimento, che hanno facilitato convivenza e condivisione. Tra l'altro i piccoli rifugiati non si sarebbero potuti trovare meglio al campo sportivo, tra l'azzurro e il giallo che ricordano la bandiera ucraina e che sono anche i colori sociali delle due società calcistiche Football Club Villacidro e Villacidrese Calcio che nel 2019 hanno deciso di dare vita a un progetto unitario.
Durante le mattinate e i rientri pomeridiani del Summer Camp, oltre le attività sportive, sono stati previsti anche alcuni momenti in cui i bambini hanno potuto dare sfogo liberamente, ma sempre sotto l'occhio vigile di istruttori e volontari, alla loro creatività e al divertimento spontaneo, al di fuori delle attività programmate. Allo scopo nel campo sono stati messi a disposizione una serie di giochi e strutture, come alcuni gonfiabili e una dotazione di pistole ad acqua, gettonatissime tra i ragazzini.
Quattro gli istruttori federali sempre presenti, più una serie di volontari, tutti ragazzi e ragazze provenienti delle squadre del settore giovanile.
«Dopo l'esperienza dello scorso anno, che nonostante le difficoltà del periodo era stata molto apprezzata, abbiamo voluto rilanciare l'esperienza del summer camp. L'obbiettivo è quello di togliere i ragazzi dalla playstation o dalla noia indotta dalla mancanza di attività o di compagnia con i coetanei. Quest'anno poi l'integrazione con i bambini e i ragazzi ucraini è stata un'esperienza che ha ulteriormente arricchito il Summer Camp» ha commentato Giacomo Cadeddu, responsabile tecnico del progetto.
La valenza sociale dell’iniziativa è stata recepita anche da cittadini e commercianti, che hanno contribuito spontaneamente con donazioni e supporto concreto agli organizzatori: aiuti che si sono tradotti anche in una certa elasticità nella gestione delle iscrizioni, consentendo così ad alcune famiglie in difficoltà di fare partecipare anche i loro figli alle attività, con qualche facilitazione sulla retta.
Redazione I.S.P. © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: un momento del Summer Camp, con due collaboratori che mostrano la bandiera ucraina
Di seguito: un momento di attività dei giovanissimi