Riflessi Arbus

 Arbus - Rappresentato all'ex refettorio comunale lo spettacolo teatrale “Riflessi”, dedicato alla parità di genere

La parità di genere, predicata ovunque e sancita anche dal testo costituzionale, fatica ancora a radicarsi nelle parole e nei comportamenti sociali. Sabato sera, all'ex refettorio comunale di Arbus, è andata in scena la rappresentazione teatrale Riflessi, curata dalla compagnia sangavinese Come.Te, una performance artistica ricca di verità e consapevolezze sull’esigenza di una rivoluzione culturale che coinvolga le famiglie, le scuole e ogni luogo di aggregazione e interazione sociale.

Ricorreva proprio ieri l’anniversario di quel 10 marzo 1946 in cui in Italia le donne furono ammesse per la prima volta al voto. Negli anni, l’affermazione sociale femminile è stata incentivata dal riconoscimento di ulteriori diritti, tuttavia persiste una disparità ancora troppo marcata rispetto al genere maschile.


La serata di sabato è stata un’occasione di riflessione sui temi del divario di genere, del maschilismo, dei soprusi e delle violenze fisiche e verbali che le donne, in misura nettamente superiore agli uomini, vivono quotidianamente, in famiglia, al lavoro e nelle relazioni sociali.

Ambientata nella Villa Modigliani delle contesse Lisetta e Marisa, la sceneggiatura racconta l’evoluzione giuridica e sociale che la Repubblica italiana ha conosciuto negli anni successivi all’entrata in vigore della Costituzione. Con spiccato umorismo, i protagonisti delle vicende inscenate hanno dato voce a quell’uguaglianza che, pure avendo rappresentato un’enorme conquista per l’Italia, fatica a concretizzarsi nella realtà odierna.

Prodotto e diretto dall’associazione Come.Te, lo spettacolo fa parte del Progetto distrettuale sulla parità di genere, finanziato dalla Regione Sardegna e supportato dalla Fita, la Federazione Italiana Teatro Amatori, insieme ai comuni di Arbus, Guspini, Gonnosfanadiga, Villacidro, San Gavino e Sardara.

«Abbiamo provato a raccontare situazioni di diseguaglianza che non sono affatto lontane dalla realtà. Affrontare questi temi - ha spiegato Martina Cruccu, dell'associazione Come.Te - è necessario per promuovere nuovi percorsi di cambiamento culturale, che coinvolgano non solo noi donne, ma anche gli uomini. Forse i tempi non sono ancora maturi, ma non ci arrenderemo e, con i nostri spettacoli, continueremo a seminare quel progresso umano di cui la società ha bisogno».

Al termine dell’esibizione, dal confronto degli attori con il pubblico in sala, è emersa l’esigenza di superare i pregiudizi e gli stereotipi che spesso condizionano le scelte quotidiane delle persone, impedendo loro di vivere come individui veramente liberi: di scegliere chi amare, cosa indossare, quale percorso di studi intraprendere. Liberi di realizzarsi nella vita professionale e di scegliere se e quando diventare genitori. Liberi di denunciare una sopraffazione senza il timore di essere giudicati per averla subita.

Sul finire della serata, è intervenuta l’assessora alle Politiche sociali del comune di Arbus, Toniella Raccis, per insistere sull’esigenza di un mutamento sociale e culturale radicale: «Dobbiamo mettere i genitori e tutti coloro che rivestono ruoli pedagogici nelle condizioni di educare i ragazzi all’uguaglianza e al rispetto - ha commentato Raccis - affinché i giovani apprendano questi valori e decidano di condividerli in modo spontaneo».

Alessia Caddeo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: una scena della rappresentazione di sabato all'ex refettorio comunale di Arbus

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