Arbus La scrittura a Is Arenas: un ponte di parole verso la libertà
William Wordsworth, uno dei maggiori esponenti del romanticismo, affermava: «riempi il tuo foglio coi respiri del tuo cuore». E ci sono fogli bianchi, in certe circostanze, che paiono muri, e respiri che somigliano a dolorosi silenzi. E in mezzo ci sono le parole. Quelle solo pensate, quelle sperate e quelle cercate.
Nasce così, figlio di un’urgenza comunicativa che tende alla libertà, il progetto di un corso di scrittura immersiva all’interno della Casa di reclusione Is Arenas, ad Arbus. Dal progetto è nata poi una raccolta di poesie e racconti curata dallo scrittore villacidrese Davide Forte, dal titolo Granelli di sabbia (Catartica Edizioni).
«Il breve manoscritto - ha raccontato Forte - ha la pretesa di essere una fotografia di un momento, un’esigenza, un sentimento e della grande voglia di comunicare tutto questo. È un timido tentativo di contatto con il resto del mondo, con ciò che sta fuori dal luogo di detenzione. Io, fondamentalmente, sono stato un ponte che ha sentito il calpestio di chi l’ha attraversato».
Nella improvvisata aula, i detenuti dell’Istituto penitenziario che hanno partecipato al progetto, hanno ricreato una casa, una famiglia. Hanno espresso con carta e penna i loro pensieri, le loro emozioni e le loro speranze.
La lezione prendeva spunto da suggestioni provenienti da letture, anche di pagine scelte a caso da libri qualsiasi, oppure da immagini scaturite casualmente dal lancio di dadi.
All'interno del progetto, gli incontri con i detenuti sono stati vissuti con la parvenza di un gioco, ma con la finalità di fare emergere le sensazioni più intime e nascoste di ogni animo. «È stato un lavoro ricco di spunti di riflessione per ogni singolo individuo, ma la vera bellezza è stata nell’insieme, nelle forza del gruppo. Una sorta di pensiero collettivo, di poesia sociale, uscita da chi oggi vede la propria posizione nella società, congelata, come fosse sospesa» ha aggiunto Davide Forte.
La forza collettiva, il valore dello stare insieme e del creare una comunità, somiglia a piccoli granelli di sabbia: da soli sembrano insignificanti, ma uniti danno vita a una splendida distesa dorata. Da qui il titolo del libro (suggerito anche dalla stessa località che ospita la colonia penale, Is Arenas, letteralmente le sabbie).
Il libro testimonia l'importanza dell'esperienza condotta e il senso di autonomia che ha saputo generare. Perché scrivere è anche ripartire da se stessi, assaporare la libertà di costruire e ricostruire la propria identità. Può trasformarsi, e talvolta è indispensabile, in un desiderio di riscatto, dove emerge, in tutta la sua irruente bellezza, la voglia di riprendere in mano la propria vita.
«Penso che nel libro si possano trovare tanti suggerimenti tra quelli che i detenuti hanno lasciato in ogni pagina. Magari ci sono significati che a me sono sfuggiti, ma che possono essere probabilmente quelli giusti, colti dai lettori. I partecipanti al progetto lo hanno fatto con l’inchiostro sulla carta, ma qualche segno penso di averlo lasciato anche io, che ho provato in tutti i modi e in ogni istante dei nostri incontri a restituire loro un pizzico di libertà. Quantomeno nelle riflessioni e in ogni singolo pensiero scambiato con i detenuti», ha concluso Davide Forte.
Stefano Cruccas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: Davide Forte
Di seguito: la copertina del libro