Gonnosfanadiga - Storie, racconti e voci dal cuore di un paese: la civiltà contadina
La letteratura non è solo un'espressione artistica, ma il ponte che collega e unisce i racconti di vite passate. Ne è prova la consistente partecipazione della comunità gonnese (e non solo) al Festival letterario dello scorso anno, tale per cui l’organizzazione estendesse l’evento in più serate; ed è proprio per celebrare il successo delle edizioni passate e per aprire momenti di dialogo e condivisione che viene proposta la terza edizione del Festival Letterario Linas: si terrà il 20 dicembre dalle 15,30 nel salone della Biblioteca Comunale di Gonnosfanadiga, in via Gramsci. A organizzarla, l'amministrazione Comunale, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Monte Linas, la Provincia del Sud Sardegna, la cooperativa Agorà, l’Ufficio della Lingua Sarda e la Pro Loco Gonnosfanadiga.
Il Festival si articola nelle sezioni Poesia e Prosa, ed è aperto alla partecipazione di autori gonnesi e non, di qualsiasi fascia d’età: l’iniziativa vuole in questo modo coinvolgere anche i giovani autori, creando così un’occasione per dare spazio a tutte le voci.
Secondo Elvira Pisanu, scrittrice nata e vissuta a Gonnosfanadiga e attiva nel panorama letterario, la sensibilità culturale del paese e dei suoi abitanti è cambiata nel corso degli anni: «È grazie soprattutto al lavoro di autori come Salvatore Porcu, Enrico Casti, Vincenzo Muntoni e molti altri nostri concittadini, i quali hanno arricchito la comunità ridestandone la coscienza storica e artistica, se oggi stiamo crescendo sul piano intellettuale», ha affermato la scrittrice, pronunciandosi sul valore umanizzante di eventi come questo. «Le critiche, che talvolta solleviamo in merito al nostro paese e alle iniziative che promuove, dovrebbero anche farci riflettere e chiederci: "Cosa abbiamo fatto noi stessi per migliorare la nostra società?". Credo che ogni contributo dia un valore che accresce la storia di un paese», ha aggiunto Pisanu.
Il tema di quest’anno verte sulla civiltà contadina, in tutte le sue espressioni e manifestazioni, con riferimento alle tradizioni tipiche del centro ai piedi del Linas. «Uno dei componimenti con cui ho partecipato, intitolato Sa terra mia - spiega al riguardo Elvira Pisanu – tratta di un giovane emigrato che sente la nostalgia di casa e ne apprezza la meraviglia, a cui può attingere solo tramite il ricordo che nasce in lui dopo l’allontanamento, volendo così ritornarvi per restare sempre lì. Il nostro paese, prevalentemente rurale, ha dato al mondo tanti emigrati: chi in cerca di fortuna, chi perché sotto le armi, chi invece all’inseguimento di un sogno. Ma l’attaccamento alle radici rimane molto forte, ed è espressione di una sensibilità condivisa».
Effettivamente, la dimensione campestre ha da sempre rappresentato per Gonnosfanadiga e per i suoi abitanti un punto di riferimento, oltre che una fonte di sussistenza. Basti pensare alla coltura dell’olivo, in particolare della nera di Gonnosfanadiga, e alla produzione dell’olio, settori che hanno ricevuto diversi riconoscimenti a livello nazionale, per l’eccezionale qualità del prodotto.
Come ogni anno, la speranza condivisa da pubblico e partecipanti è che spazi di apertura e incontro come questo possano continuare ad avere seguito in futuro.
Francesco Murtas © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: una foto di gruppo scattata durante l'edizione del 2023