Gonnosfanadiga, 11/5/2024

 Gonnosfanadiga - Alle radici dell'identità Sarda, tra miti e ricerche storiche

«Il popolo sardo ha radici antiche?» È l'interrogativo che ha guidato la presentazione del secondo libro di Giuseppe MaggioloEnigmi Pre Storici, ieri alla Biblioteca Comunale di Gonnosfanadiga, organizzata dall’associazione culturale Arkemissa in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del comune di Gonnosfanadiga e il Sistema Bibliotecario Monte Linas.

Valerio Lecca, dell'associazione Arkemissa ha coordinato gli interventi dell'autore Giuseppe Maggiolo, dell’editore Paolo Cossu e di Emerenziana Usai, ex tecnica archeologa della Soprintendenza di Cagliari. Alla presentazione del libro sono poi seguiti vivaci interventi, che hanno reso attiva e partecipata la serata, con scambi di impressioni, idee e spunti di riflessione molto utili alla coscienza storica comune.


«L’identità dei sardi ha radici antiche» ha sùbito affermato Maggiolo, spiegando come caratteristiche quali la lingua, gli usi e i costumi, le tradizioni, le credenze, le superstizioni, i comportamenti e il senso di appartenenza a un gruppo etnico ben definito determini in sintesi la storia di un popolo.

La passione per la storia e l’attaccamento alla sua terra sono le chiavi che hanno portato Giuseppe Maggiolo a porsi dubbi e domande poi sfociate in un’attenta e scrupolosa ricerca attraverso le fonti, condotta sempre in modo molto dialettico, senza il desiderio di stabilire tesi assolute.

«Una cosa è sicura: niente certezze - ha asserito l’autore - non essendoci fonti letterarie antiche. Se si va a cercare con passione e con attenzione, ci si accorge che infondo, da fuori, non sia arrivato tanto in Sardegna, e il poco che è giunto è stato assimilato in poche generazioni».

Pure non provenendo dall’ambito accademico, Maggiolo si propone un’obiettività scientifica basata sia sulla lettura approfondita dei testi esistenti, prodotti da esponenti del settore storico-archeologico, sia sulla valutazione critica e la messa in discussione di preconcetti e falsi miti.

L'autore ha sintetizzato, soprattutto nella sua prima opera, completata dopo tredici anni di lavoro, tutte le ricerche e le indagini sulle teorie compiute sino a oggi, ponendo in luce incongruenze e punti di forza delle varie voci citate.


Nel secondo volume in particolare, uscito a quattro anni di distanza dal primo, Maggiolo chiarisce meglio alcune sue ipotesi, per le quali non è sufficiente la sola ricerca passiva, ma serve anche utilizzare un altro ingrediente importante, quello da lui definito come fantasia razionale: ogniqualvolta si giunge a conclusioni frutto di una traduzione di un dato, si verifica se queste abbiano effettivamente ragione d’essere.

Da qui l’importanza giocata dall’interpretazione e dalla congettura nel ruolo dello storico. «È importante - ha affermato Emerenziana Usai - dialogare tutti quanti, non solo con gli archeologi “ufficiali” delle soprintendenze e delle università. La storia ci invita a riflettere e a porci dei quesiti. Come ogni capitolo di questo libro, che finisce con delle domande, alle quali non abbiamo risposte certe e assolute».

Francesco Murtas © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza:  un momento della pressentazione

Da sinistra: Emerenziana Usai, Giuseppe Maggiolo, Paolo Cossu

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