Presentazione libro Antifascisti sardi

 Serrenti - Pagine che ripercorrono la vita di «Piccoli uomini che hanno contribuito a fare grande la storia»

Tredici storie emerse dagli archivi e raccontate in un libro, per non dimenticare. Nella serata di ieri, nei locali dell’Exmà del Comune di Serrenti, è stato presentato il libro Antifascisti sardi: storie di uomini contro il fascismo, di Lorenzo Di Biase, dirigente regionale e nazionale dell’Annpia (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), curatrice del volume.

L’incontro, coordinato dalla bibliotecaria Emanuela Porcu, è stato organizzato dall’assessorato comunale alla Cultura e dal sistema bibliotecario Joyce Lussu.

All’interno del volume sono narrate le vicissitudini di tredici antifascisti sardi, tra i quali spiccano Bertorio Sanna e Giovanni Serpi, entrambi originari di Serrenti. «Ho voluto rappresentare lo spaccato di ciò che metteva in atto il fascismo - ha detto Di Biase - alcuni furono confinati, altri ammoniti, altri ancora giudicati dal Tribunale Speciale».

Sette dei nomi presenti nel volume parteciparono alla Guerra di Spagna. «In un casellario - ha continuato l’autore - figurano cinque serrentesi indagati dalla polizia politica: due sono riportati nel libro oggetto dell’incontro di stasera mentre le storie degli altri tre sono raccontate in La persecuzione dei pentecostali durante il fascismo».


La ricerca è stata condotta attraverso documenti conservati in archivi pubblici, quali l’Archivio Centrale di Stato in Roma, gli Archivi di Stato di Nuoro e Oristano, l’Archivio dell’Istituto Nazionale Storia Movimento Liberazione in Italia, e nell’archivio privato dell’ex sindaco di Guspini, Francesco Marras, vicino alla persona dell’antifascista Pio Degioannis.

«La nostra associazione, a livello nazionale - ha sottolineato Di Biase - si è contraddistinta per la ricerca storica e la produzione di libri ma, per noi, non è un'operazione commerciale bensì culturale. Ho fatto il professore per quarant’anni e continuo a mantenere un rapporto con i ragazzi; so bene che, quando voglio arrivare a loro, il libro deve avere una misura ridotta. È anche per questo che mi sono fermato a tredici storie».

A tale proposito, come precisa la vicesindaca di Serrenti, Maura Boi, l’autore si è recato nelle classi della scuola secondaria di primo grado: «È stato un momento molto importante - ha spiegato Boi - perché oggi i giovani si fermano poco a riflettere per non soffrire. Parlare di fascismo significa parlare di quel mondo illiberale e antidemocratico; parlare di antifascismo significa dar voce a quegli uomini che hanno avuto il coraggio di resistere».

Presente alla serata anche il gruppo del Cpia (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) di Serramanna che si è impegnato in una ricerca storica sui personaggi del libro. «La domanda che mi pongo - ha detto Di Biase - è: "faccio questo per ricordare o per non dimenticare?" Mi piace fare la storia ma io non sono uno storico, sono appassionato».

Quelli che l’autore definisce «Piccoli uomini che hanno contribuito a fare grande la storia», sono caratterizzati da uno spirito che, come gli alberi rappresentati nella copertina, «Si piegano al maestrale ma non si spezzano».

Per il sindaco di Serrenti, Pantaleo Talloru: «Il messaggio di cui questo libro si fa portatore è quello secondo cui, in un mondo di autocrazie, bisogna impegnarsi per mantenere i valori della democrazia».

Valentina Frau (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: un momento della presentazione di ieri sera all’Exmà del Comune di Serrenti

Di seguito, la copertina del libro


Libro Di Biase

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