Regione - Domani chiude la XIII edizione del Culturefestival: intervista al suo direttore artistico Simone Pittau
Mentre a Sanluri va in scena l'ultimo fine settimana del Culturefestival 2020, il festival internazionale di jazz organizzato dall’associazione Sardinia Pro Arte, abbiamo raccolto alcune amare riflessioni del suo direttore artistico, Simone Pittau sul sistema adottato dalla Regione per assegnare i fondi ai grandi eventi della cultura e degli spettacoli.
La "bocciatura" del sostegno alla sua creatura, è stata sancita dal click-day: cosa è successo?
Sulla base di quanto disposto dall’Assessorato regionale al turismo, la gara è stata tra chi riusciva per primo a inoltrare la domanda. Quella per il Culturefestival è partita alle 8:00 in punto, il sistema l’ha registrata alle 8:00:06 ma l’esito è stato: “Budget esaurito”.
Quindi non sono stati esaminati i progetti per i quali si chiedevano contributi?
No, e questo è inconcepibile. Non è stato utilizzato il punteggio di merito che era in vigore fino all’anno scorso, unico requisito era arrivare prima di altri a inoltrare la domanda. Un sistema che trascura completamente ogni valutazione meritocratica, basata sulla bontà del progetto, la sua storia e la capacità di attrarre in Sardegna figure artistiche di prestigio.
Per chi non li conoscesse, ci ricorda i fiori all’occhiello del Culturefestival, che in un sistema meritocratico avrebbero consentito di accedere ai fondi?
A 13 anni dalla sua prima edizione e malgrado i risicati contributi economici, oltre a numerosi artisti sardi straordinari, abbiamo ospitato personaggi come Luis Bacalov, Chick Corea, Pat Metheny, Joe Locke, Chuck Loeb, Eric Marienthal, Peter Erskine, Mitch Forman, Jeff Lorber, Beka Gochiashvili, Mike Stern, Dave Weckl, Russell Ferrante, Jimmy Haslip, Bob Mintzer, Dennis Chambers. E non sono tutti.
Riscontri per il territorio?
Le ricadute socio-economiche sono ben evidenti: valorizzazione dei giovani, scambi culturali, promozione di prodotti tipici e dell’ambiente, e soprattutto l’offerta di fruire di opportunità artistiche anche per i più piccoli centri dell’isola.
Come dovrebbe funzionare invece secondo lei un sistema di erogazione di fondi a supporto dei progetti di qualità?
Prima di tutto dovrebbe essere serio e dignitoso. Da anni auspico la formazione di una commissione formata da professionisti esterni che valutassero la qualità delle proposte e dei programmi, premiando, in linea generale, il merito, le competenze e i contenuti.
Ripercussioni sul Culturefestival?
La XIII edizione si concluderà proprio domani, 13 dicembre, a Sanluri. Vogliamo dare un segnale che nonostante le difficoltà non ci arrendiamo: la cultura non si deve fermare per nessuna ragione, perché solo grazie ad essa può realizzarsi l’evoluzione di un popolo. Inutile dire che per uno come me, che vive per la musica questo è un brutto colpo anche economico, oltre al livello etico e morale. Per supplire alle conseguenze dei mancati finanziamenti confido nello spirito di solidarietà dei tanti amici artisti che, ne sono certo, capiranno la situazione e ci consentiranno di continuare.
Simone Pittau, originario di Sanluri, è diplomato in violino al Conservatorio di Cagliari. Successivamente si è specializzato alla Guildhall School of Music di Londra e ha debuttato come direttore con la prestigiosa London Symphony Orchestra. In qualità di violinista, fra le tante collaborazioni, annovera anche quella con il maestro Ennio Morricone, assieme al quale si è esibito in tutto il mondo. Vanta amicizie e frequentazioni con parte dei più grandi musicisti viventi a livello internazionale. La sua creatura, il Culturefestival, si è fregiata della presidenza onoraria del maestro Ennio Morricone e del patrocinio artistico di sir Colin Davis, presidente della London Symphony Orchestra.
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Immagine in evidenza: Simone Pittau ed Ennio Morricone