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 Guspini, Pabillonis, Gonnosfanadiga - Contrarietà ai nuovi progetti di installazioni fotovoltaiche

I terreni di Guspini, Pabillonis e Gonnosfanadiga sono sotto la lente d’ingrandimento per due nuovi progetti di impianti agrivoltaici presentati a Roma. Il primo, Tep Renewables, prevede l’installazione di 38 ettari di pannelli distanti poco più di 1 km da Pabillonis. Il secondo, Ds Italia 17, ha un’estensione ancora maggiore, di circa 45 ettari, all’interno del comune di Gonnosfanadiga. Con le opere connesse, i progetti interessano di fatto più ampie porzioni di territorio dei tre comuni: c'è ancora tempo (rispettivamente entro il 6 e 4 gennaio) per inviare le osservazioni in opposizione ai progetti, al Ministero della Transizione ecologica.

«Questi progetti - ha affermato la geologa e fondatrice del comitato No Megacentrale di Guspini, Laura Cadeddu - non hanno niente a che fare con la sostenibilità ambientale, anzi provocano la snaturazione dell’attività zootecnica, arrecando la frammentazione dell’agro e introducendovi elementi di disturbo propri di contesti industrializzati. L’ecosostenibilità è un concetto spesso evocato a parole ma decontestualizzato nei fatti: la tutela dell’ambiente è assurta a principio cardine che giustificherebbe l’installazione degli impianti e migliorerebbe le condizioni del suolo ma ormai è un concetto inflazionato e paradossale perché, perlomeno nella fase di cantiere e in quelle di manutenzione, l’uso dei macchinari danneggerà i suoli. Un miglioramento effettivo si conseguirebbe realmente solo con la rotazione delle colture».


Anche Marcello Fanari, assessore delle Politiche energetiche di Guspini, ha manifestato la sua contrarietà ai progetti: «Non si tratta di un rifiuto alla risorsa rinnovabile ma una critica all’intervento speculativo e invasivo che prevede di installare impianti sul territorio sardo per trarre profitti senza condividerli con le comunità locali. Inoltre, avremmo una cabina di collegamento all’alta tensione delle dimensioni di dodici campi da calcio che capterà gli impianti non solo di Guspini ma anche dei comuni vicini come Villacidro e San Gavino. Avremmo un territorio interamente attraversato da conduttore elettriche. Qualunque amministrazione non potrebbe tollerare una tale invasione: noi siamo sempre aperti al dialogo ma abbiamo il diritto di avere voce in capitolo in decisioni così importanti e, finora, non siamo stati neanche interpellati».

L’evoluzione della questione energetica in Sardegna risulta, dunque, la diretta conseguenza di una mancata programmazione regionale: «Il surplus di energia prodotta implica una spesa d’impatto notevole sul territorio, portando avanti modelli di sviluppo industriale tramite attività energivore già superate da tempo» - ha concluso Cadeddu.

Al coro dei no si è unito anche il sindaco di Pabillonis, Riccardo Sanna: «Tutti siamo favorevoli all’utilizzo dell’energia ecosostenibile per contrastare il surriscaldamento del pianeta e abbattere i livelli di inquinamento ma se questi impianti non porteranno alcun vantaggio per i cittadini e per il territorio, significa che indurranno allo sfruttamento del suolo a scapito di pascolo e attività agricole, arricchendo esclusivamente le società multinazionali che li gestiranno».

Alla luce di ciò risulta più che mai necessario una programmazione razionale che giovi in maniera concreta al territorio e all’ambiente, scongiurando la confusione attuale, indotta da scelte indirizzate al mero profitto.

Alessia Vacca © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: impianto fotovoltaico in agro (foto simbolo)

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