Codice Rosso, Guspini

 Guspini - "Codice Rosso" ed emergenza violenza: i dati preoccupanti del Medio Campidano

La battaglia contro la violenza di genere e il ruolo della legge: si è svolto nell’aula consiliare del Comune di Guspini, il convegno Codice Rosso, luci e ombre - La situazione nel territorio, dedicato al tema della violenza di genere, incentrato sulla condizione della popolazione femminile nelle relazioni familiari e affettive.

Durante l’incontro, voluto dalle commissioni comunali Politiche giovanili e Pari opportunità e organizzato dall’associazione X conoscere x fare, Clelia Atzori, vicepresidente dell'associazione, ha presentato gli interventi di Gabriella Testoni, responsabile della comunità di sostegno Casa Ruth, Francesca Spanu, avvocata del Centro antiviolenza Feminas, e Rossella Pinna, consigliera regionale.

Secondo quanto emerso dal dibattito, la legge 69 del 2019, cosiddetta Codice rosso, pur avendo rafforzato la protezione delle vittime di violenza attraverso la velocizzazione delle procedure, l’estensione dei termini per la presentazione delle querele, l’inasprimento delle sanzioni e l’introduzione di ulteriori figure di reato, è risultata carente sotto il profilo applicativo e necessita di essere sostenuta da interventi educativi mirati, che interessino le scuole e i luoghi di formazione sociale e che coinvolgano, in prima persona, gli autori delle violenze psicologiche, fisiche e sessuali.

Nell’area territoriale Guspini-Sanluri, si registra un’incidenza consistente del fenomeno, se si considera che, come ha dichiarato Francesca Spanu, «dal 2020 ad oggi, il centro antiviolenza Feminas ha contato più di centoventi ingressi di donne vittime di violenza».


Il supporto delle forze dell’ordine, dei servizi sociali, del personale sanitario dell’ospedale di San Gavino e di numerose associazioni di volontari è prezioso, tuttavia, le dimensioni del problema sono allarmanti e richiedono interventi ulteriori.

«Le donne vittime di violenza hanno negli occhi la paura, l’insicurezza e l’incertezza che derivano dai maltrattamenti subiti - ha dichiarato Gabriella Testoni - per loro, attiviamo percorsi di accoglienza altamente professionalizzati, che le aiutino a riacquistare l’autostima perduta e a metabolizzare il dolore in una prospettiva di rinascita, verso la concreta possibilità di un futuro migliore».

In Sardegna, la legge regionale 33/2018, di cui è stata firmataria la consigliera Rossella Pinna, ha introdotto il reddito di libertà, con l’obiettivo di assicurare una posizione economica alle donne, anche non madri, vittime di soprusi: la misura consiste nella corresponsione di un reddito pari a circa 800,00 euro o in un percorso di formazione professionale e inserimento lavorativo. Presupposto necessario per accedervi è che la violenza sia stata denunciata alle autorità competenti.

Il disvalore femminile e la prevaricazione maschile sono il frutto di modelli educativi riproposti nel tempo e rappresentano valori sociali ancora largamente diffusi e condivisi, specie nella popolazione maschile. In questo contesto, il presidente della commissione Politiche giovanili, Filippo Usai, si è dispiaciuto per la scarsa presenza di uomini in sala e ne ha auspicato una più attiva partecipazione, «perché il fenomeno della violenza sulle donne riguarda personalmente tutti noi».

Alessia Caddeo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: al tavolo, da sinistra, Gabriella Testoni, Francesca Spanu, Clelia Atzori e Rossella Pinna

Immagine seguente: il pubblico presente al convegno

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