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Domus de jana Serrenti

 Serrenti - Arrivato il riconoscimento ministeriale per cinque siti archeologici

«Beni di particolare interesse archeologico»: il ministero della Cultura ha riconosciuto ufficialmente cinque siti già noti e annoverati tra i beni archeologici della Soprintendenza.

I riconoscimenti ufficiali consentiranno di tutelare altrettante aree di interesse archeologico del territorio di Serrenti: Bruncu Nuraxi - su Castiu, Bruncu Siliqua e Mitza de Maria Frongia, Monti Crastu, Monti Mannu, Oliri di Sa Tellura, alle quali con ogni probabilità se ne aggiungeranno altre, segnalate dal  Comune alla Soprintendenza.

Il riconoscimento ufficiale consente di definire i perimetri e chiarire i vincoli per i proprietari dei terreni per la salvaguardia dei siti. «Il territorio del comune di Serrenti – ha commentato Gianfranca Salis, coordinatrice dell’aerea funzionale patrimonio archeologico della soprintendenza di Cagliari - è ricchissimo di siti archeologici, preservati fino a oggi nonostante l'intensa attività agricola. Questo significa che la comunità ha rispettato i monumenti. Non tutti i siti sono in buono stato, ma moltissimo è arrivato fino a noi e può restituirci importanti tasselli per lo studio della storia della Sardegna».

Negli anni, sono stati eseguiti dei censimenti per conoscere molti di questi luoghi di interesse. Alcuni sono stati individuati nel corso di sopralluoghi, ma più spesso in occasione di lavori che hanno portato alla luce siti archeologici sepolti.

Il territorio è ricco di reperti e monumenti, come nuraghi o domus de Janas le cui posizioni spesso sono note solo ai proprietari dei terreni anche se segnalati. Le analisi più recenti sul territorio di Serrenti suggeriscono un forte presenza umana in tutte le fasi storiche fin dalle origini dell’età nuragica.

«Rispetto ai siti noti - ha proseguito la coordinatrice Salis - quelli dichiarati di interesse culturale con un provvedimento sono solo una minima parte. Per questo come ufficio stiamo avviando provvedimenti amministrativi che perimetrano i beni e danno ai proprietari certezza sui perimetri dei beni e sulle norme che ne regolano l'uso».


La numerosità dei monumenti tuttavia limita la capacità di azione della soprintendenza. Sarebbe necessario un quantitativo di risorse ingente per lo scavo e la valorizzazione, e in seguito anche per la manutenzione. Un monumento non più interrato richiede investimenti costanti di tipo economico e umano.

«Il sito archeologico – ha concluso Gianfranca Salis - è un valore per la comunità, ma anche una grandissima responsabilità.  È buona prassi scegliere alcuni siti da indagare e lasciare gli altri ai posteri, che li scaveranno in futuro con altre tecniche e nuove metodologie di indagine. Su quelli selezionati la Soprintendenza e i Comuni elaborano progetti sulla base dei quali vengono ricercati i finanziamenti. Eventuali altri progetti saranno costruiti con l'amministrazione comunale, che è un nostro interlocutore privilegiato».

E l’amministrazione comunale di Serrenti si dichiara interessata alla tematica: «Abbiamo a cuore la tutela e la valorizzazione dei nostri beni storici – ha commentato l’assessora al Turismo Federica Sanna - abbiamo pensato a dei locali e/o stabili in cui poter realizzare un museo archeologico serrentese: l'iter procedurale da seguire è lungo, ma il riconoscimento da parte del Ministero della Cultura di dei cinque siti come "beni di interesse archeologico" segna un primo passo in avanti per procedere alla valorizzazione del nostro patrimonio».

Emanuele Corongiu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata


Immagine in evidenza: una domus de janas nelle campagne di Serrenti

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