Jessica Pontis

 Sanluri  Un rifugio per dare una nuova vita agli animali in pericolo

Cura, ascolto e fiducia verso gli animali. Jessica Pontis, 28 anni, è la fondatrice dell’Oasi Felice degli Animali, uno spazio che accoglie animali in difficoltà, a Sanluri.

Com’è nato questo progetto?
La mia passione per gli animali, in particolare per i cavalli, è nata quando avevo sei anni. Ho insegnato equitazione tradizionale fino ai 23, ma non stavo bene, e nemmeno i cavalli. Così ho scoperto un approccio più etico, ho fatto corsi di formazione e ho iniziato a lavorare al mio progetto, mettendo al primo posto l’animale e il suo benessere.

Qual è il principale obiettivo del suo progetto?
Il mio progetto è incentrato sulla collaborazione animale-persona, in un rapporto di amicizia, fiducia e ascolto. Per me è indispensabile che questi imparino a conoscersi nelle attività insieme, che devono essere accrescitive e incentrate sul confronto. Vorrei dare, grazie al contatto con l'animale, un’educazione diversa alle persone e migliorarne la consapevolezza, a partire dalle proprie debolezze.

Inizialmente lei aveva solo cavalli: gli altri animali come sono arrivati qui?
Sì, all’inizio mi occupavo solo di cavalli. Gli altri animali, come capre e pecore, sono arrivati dopo. Hanno tutti problemi fisici e comportamentali: alcuni erano destinati al macello, altri maltrattati o abbandonati. Pur sapendo di non poter salvare tutti, nel mio piccolo cerco di fare qualcosa.

Su quali principi basa il suo lavoro educativo?Ciò che è fondamentale per me è non dare ordini, ma mettermi alla pari del soggetto educato, imparando ad ascoltare. Se qualcuno vuole stare con te, non deve insistere. Io voglio indagare che cosa c’è dietro un comportamento: perchè non ti senti sereno a fare qualcosa che ti chiedo?


Quali sono gli obiettivi dei centri estivi che organizza?
Cerco di insegnare ai bambini a ragionare, a credere in sé, e mi rendo sempre più conto di quanta paura abbiano di sbagliare, di scegliere e di discostarsi dal pensiero della maggioranza. C’è bisogno di educare alle emozioni. Voglio dare loro la possibilità di sperimentarsi, di sentirsi liberi senza pensare a quello che gli viene imposto pur di essere riconosciuti come "bravi".

Come sostiene il suo progetto, a livello economico?
Lo sostengo grazie a donazioni volontarie, alle attività, a collaborazioni con l’esterno. È attiva anche la piattaforma Work Away, che mi permette di trovare dei volontari disposti ad aiutarmi con gli animali in cambio di vitto, alloggio e basi di equitazione etica.

Come si sente a gestire tutto da sola?
Questo è l’unico posto in Sardegna con tale approccio agli animali, in particolare al cavallo. Amo il mio lavoro, ma ogni giorno affronto difficoltà di diversa natura, in ambito di responsabilità.

Cosa si augura per il futuro?
Il mio desiderio è quello di espandermi in un luogo con più zone d’ombra e più turismo. Mi piacerebbe lavorare con ragazzi che hanno delle dipendenze o che si trovano in carcere, attraverso dei progetti di Pet Therapy, perché penso che abbiano davvero bisogno di guardarsi dentro e di acquisire maggiore consapevolezza in loro stessi. Spesso la rabbia che esterniamo è solo la manifestazione del dolore che abbiamo vissuto e dal quale non riusciamo a guarire. Per questo dovremmo imparare a metterci sempre in una condizione di ascolto, prima di pretendere dei cambiamenti imponendo ordini. E questo vale per tutti gli esseri umani.

Rachele Casu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata


Immagine in evidenza e di seguito: Jessica Pontis (foto Dora Deak)

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