Rio Piras

 Gonnosfanadiga - L'idrobiolgo Soddu: «Azione necessaria, ma il corso d'acqua torni al suo percorso naturale»

A breve verrà ripulito il rio Piras. Il sindaco di Gonnosfanadiga, Andrea Floris, venerdì ha emesso un'ordinanza che impone all’Ufficio tecnico comunale di «procedere con immediatezza avvalendosi di ditta esterna specializzata,all’effettuazione degli interventi straordinari di pulizia dell’alveo del Rio Piras, infestato da una folta vegetazione spontanea, da detriti accumulati e presenza di rifiuti di vario genere».

Sempre l'ordinanza evidenzia che questi elementi presenti nell'alveo del torrente «costituiscono un vero e proprio sbarramento e impediscono il regolare deflusso delle portate, nel tratto di attraversamento dell’abitato di Gonnosfanadiga».

La parte di torrente che sarà ripulita, precisa l'ordinanza, è quella compresa tra il cosiddetto ponte nuovo, sulla via Leonardo da Vinci, fino alla prima briglia della parte alta del fiume, in prossimità della strada panoramica, per una estensione di circa 650 metri.

Il costo delle operazioni di pulizia sarà coperto dai fondi di bilancio comunale previsti per gli interventi a tutela dell’ambiente.

L’intervento non è ulteriormente rimandabile, ma potrebbe non bastare secondo il parere dell'idrobiologo Pinuccio Soddu, profondo conoscitore del corso d'acqua: «L'ordinanza è corretta e necessaria ma rischia di divenire un'azione inutile, dispendiosa e non risolutiva se non viene accompagnata da altri interventi mirati».
Soddu stesso ne suggerisce alcuni, mettendoli a disposizione degli amministratori e auspicando che i lavori vengano svolti con il coinvolgimento di tecnici ed esperti che abbiano competenza sulla natura del corso d'acqua.


«La natura ci insegna, basta saperla leggere ed ascoltare. Ciò che penso sullo stato del fiume è frutto di analisi e riflessioni, studio del territorio ed esperienza vissuta: il Rio Piras è stato il nostro cortile di gioco fino agli anni Sessanta» ha commentato Soddu, che proprio sul rio Piras ha elaborato la propria tesi di laurea agli inizi degli anni 70.

«Occorre un piano d'azione che ridisegni il corso d'acqua seguendo il suo percorso naturale e che elimini in parte le dighette che hanno contribuito a sollevare il greto del torrente in maniera pericolosa permettendo alla vegetazione di colonizzare la parte centrale dell'alveo. Sarebbe fondamentale ripristinare la forma a V centrale dell'alveo e il materiale di risulta accumularlo verso gli argini e recuperare il materiale in eccesso per uso di edilizia. Così si abbasserebbe nuovamente la parte centrale dell'alveo, con il risultato che la velocità della corrente in tempo di piena non permetterebbe alla vegetazione di crescere al centro, mentre l'accumulo di materiale fine nella zona riparia offrirebbe alla vegetazione spontanea autoctona di riconquistare la zona. Si avrebbe così il fiume libero d'inverno e un serpentone di verde d'estate che contribuirebbe a modificare in meglio il microclima del paese attraverso la evapotraspirazione e l'assorbimento di una buona frazione del calore riflesso».

Redazione I.S.P. © Riproduzione riservata


Immagine in evidenza: Il rio Piras invaso dalla vegetazione (Foto Pinuccio Soddu)



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