Villacidro - Sardegna - Sperano in una nuova vita in Sardegna: il racconto della coppia ucraina
Fuggire dalla guerra con dieci figli. A Villacidro la cooperativa sociale Alle Sorgenti ospita alcuni rifugiati della guerra in Ucraina, tra questi Sergeï Belitskiy e Larissa Belitskaia con i loro dieci figli, che con l’aiuto della mediatrice culturale Tatiana Niukalo hanno raccontato la loro storia.
La coppia viveva a Pakrovs’k, in un grande villaggio. Educatori di professione, gestivano anche la loro grande casa-famiglia che comprendeva ampi terreni coltivati e una fattoria da accudire.
L’impegno di Sergeï e Larissa si estendeva alle attività laboratoriali: dal cucito alla falegnameria, l’offerta era molto vasta e aveva l’obiettivo di aiutare i giovani ragazzi al fine di educarli al mondo del lavoro. La loro loro missione li ha impegnati anche come genitori: oltre ai loro due figli biologici, ne hanno adottati altri otto, con difficoltà della sfera mentale.
La vita dei Beliskiy-Beltiskaia trascorreva serenamente tra le numerose attività della casa-famiglia fino alla recente occupazione russa: «è stato uno shock per tutti, inizialmente, i nostri figli non capivano cosa stesse succedendo, soprattutto quelli sofferenti. Quando suonava la sirena che annunciava l’allarme dei bombardamenti, prendevamo il necessario e lo mettevamo in piccoli zaini per scappare nella cantina – ha spiegato Sergeï, mentre Larissa mostrava le foto di quei momenti - siamo rimasti rinchiusi in cantina per ben due settimane: avevamo tante provviste ma i militari ucraini ci hanno rifornito di cibo e acqua».
L’occupazione russa li ha costretti a scappare dalla guerra per mettere in salvo i loro figli attraverso i corridori umanitari: «se non fossimo stati genitori, saremmo rimasti a combattere volontariamente per difendere la nostra terra» ha dichiarato la coppia.
Il viaggio verso la salvezza è durato sette giorni ed è stato faticoso e particolarmente stressante per i bambini più piccoli. «Quando siamo arrivati in Italia, ci siamo sentiti salvi. Abbiamo ricevuto molta solidarietà dai villacidresi - ha commentato Larissa mentre Sergeï mostrava uno scatolone con i barattoli di miele sopra i quali sono riportati i nomi dei loro figli - sono stati gentili con la nostra famiglia, ci hanno portato tanto cibo, sono stati un aiuto prezioso».
Larissa ha concluso: «i nostri figli ora si sentono al sicuro, anche se la guerra ha creato in loro dei traumi: quando sentono passare un aereo si nascondono in cerca di un rifugio. Non desideriamo tornare in Ucraina, vorremmo continuare a vivere in Sardegna, abbiamo da subito amato tanto questa terra. Con le nostre finanze abbiamo intenzione di comprare una casa, e metterci a coltivare il terreno e allevare gli animali. Vogliamo che i nostri figli studino e crescano in Italia: meritano una vita tranquilla e un futuro sicuro».
Erica Pittau © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: Un momento della permanenza nel rifugio in Ucraina
Foto seguente : uno scatto dell'intera famiglia, prima della guerra