Sanluri

 Sanluri - Sardegna  Si è svolta in videoconferenza l’iniziativa prevista in presenza

Educazione, lavoro e dialogo tra le generazioni. Questi i temi che hanno caratterizzato la trentacinquesima edizione de La marcia della pace.

Un’edizione del tutto particolare, quella di settimana scorsa: non il classico corteo, come tradizione avrebbe voluto e come inizialmente previsto, ma un’assemblea in videoconferenza che ha raccolto numerosi partecipanti e diversi esponenti del mondo cattolico, associazionistico e politico del territorio e isolano.

Testimone d’eccezione, Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari. Al dibattito sulla rete, hanno partecipato, tra gli altri, Alberto Urpi e don Mariano Matzeu, rispettivamente sindaco e parroco di Sanluri, Alessandra Zedda, vicepresidente della Giunta regionale, don Marco Statzu direttore della Caritas diocesana di Ales-Terralba, don Marco Lai a capo della Caritas di Cagliari, Giampiero Farru presidente Csv Sardegna Solidale e Raffaele Callia delegato regionale Caritas Sardegna.

«Mi conforta moltissimo sapere che il Papa abbia scelto come tema della Giornata mondiale della pace 2022 l'educazione, il lavoro e il dialogo tra generazioni, perché sono ambiti - ha spiegato don Marzo Statzu - nei quali in questi ultimi anni stiamo cercando si investire le nostre idee e le nostre risorse in uno dei territori che più di tutti in Sardegna subisce la dispersione scolastica e la mancanza di lavoro».


Temi ai quali ha voluto fare eco, con il suo intervento, Giampiero Farru, sottolineando alcune delle maggiori criticità del fare volontariato oggi e citando un caso che, circa un anno e mezzo fa, ha lasciato interdetti numerosi volontari sardi: «la nostra rete rischia di subire danni incalcolabili per via del mancato accredito da parte dell’organismo nazionale di controllo (Onc), ci sono otto ricorsi pendenti in diversi tribunali di organizzazioni di volontariato per evitare che questa rete sia dissolta - ha dichiarato il presidente di Csv Sardegna Solidale - questi saranno giorni decisivi, aspettiamo notizie che ci diano serenità».

Conclusioni, infine, affidate a don Angelo Pittau, presidente del comitato promotore. Il sacerdote ha ripercorso la storia della marcia, soffermandosi sul tema dell'educazione dei giovani di fronte ai numeri della dispersione scolastica. «Un ruolo fondamentale è quello della comunità educante, a partire dalle scuole, dagli oratori e dallo stesso volontariato - ha sottolineato don Pittau - tutti in campo con la fermezza, con la resistenza e con la lotta, rischiando e impegnandoci in prima persona per contribuire a costruire la pace sempre e comunque, nonostante qualunque tentativo opposto, un cammino - ha concluso il sacerdote - per seminare speranza soprattutto in questo difficile momento di pandemia: la Sardegna ha assoluto bisogno di risposte».

 

Fabio Leo © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: un momento della video conferenza

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