Sardegna - Marmilla - Le reazioni all'indomani della divulgazione della "Carta Nazionale delle Aree Idonee" da parte del ministero dell'Ambiente
Scorie nucleari: la Sardegna è sotto attacco, con la Marmilla in prima linea. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha diramato ieri la Carta Nazionale delle Aree Idonee per il deposito delle scorie nucleari elaborata da Sogin e Isin, che individua 51 aree sul suolo nazionale: fra queste figurano ben sei comuni della Marmilla: Segariu, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna e Villamar.
La notizia ha indotto alla levata di scudi i sindaci del territorio, che promettono di fare fronte unico per impedire la creazione dei depositi di smaltimento.
Nettamente contrario all'ipotesi Marco Sideri, sindaco di Ussaramanna: «C'è bisogno di valorizzare i nostri territori incentivando le infrastrutture e i servizi e non sfruttandoli come discariche. Questa battaglia ha bisogno dell’impegno di tutte le amministrazioni comunali e la popolazione perché siamo stufi di essere trattati come cavie».
Per il sindaco di Segariu, Andrea Fenu: «Credo che questa sia l’ennesima offesa nei confronti della nostra Sardegna, in modo particolare di territori già provati e compromessi e ci sarà un’opposizione totale con ogni strumento a nostra disposizione».
Così Sandro Palla, primo cittadino di Setzu: «ci stiamo già muovendo per approfondire i dati e raccogliere tutti i pareri sfavorevoli alla creazione di questo deposito per fornire una versione unica e unita come comuni interessati e faremo l’impossibile per evitarlo».
In sintonia con i colleghi anche le parole del primo cittadino di Turri, Martino Picchedda: «Le scorie che produciamo qui in Sardegna sono in misura minima e di natura medica per cui non lasceremo che tutte le produzioni nazionali si riversino qui. Mi auguro che ogni singolo comune, non soltanto di quelli interessati ma di tutta l’isola, ci sostenga e si impegni a dire un grande no alla realizzazione del deposito nazionale di smaltimento scorie sul nostro territorio. Le criticità ambientali sono di primaria importanza: l’area individuata come deposito delle scorie arriva in prossimità del nuraghe di Barumini quindi stiamo parlando di un sito archeologico patrimonio dell’Unesco ma non dobbiamo dimenticarci neanche di tutti i problemi logistici che potrebbero verificarsi col trasporto delle scorie via mare, andando a incrementare esponenzialmente il rischio d’incidenti».
I vari sindaci hanno anche riferito di potere contare sulla contrarietà dei cittadini dei loro paesi e di quella dei sindacati: non resta che attendere i prossimi sviluppi della situazione per capire il destino di questi territori.
Alessia Vacca © Riproduzione riservata