Sala ospedaliera

 San Gavino - Associazione Ivi: superare il dolore con l'aiuto del colore

Un aspetto rinnovato per il reparto di Ginecologia del nuovo Ospedale di San Gavino: è il nuovo obiettivo che l’associazione Ivi si prefigge di raggiungere.
L’associazione è nata nel 2019, fondata da Antonella Casula, di Guasila, in seguito alla malattia di suo figlio Ivaldo
, che nel dolore ha saputo apprezzare ancora più la vita.

Cosa significa per lei l’associazione Ivi?

Ho fondato l’associazione quattro anni fa, e a oggi la porto avanti con grande entusiasmo e determinazione. All’età di otto anni, a mio figlio Ivaldo è stato diagnosticato un tumore cerebrale. Il suo percorso di cura ha avuto inizio al Microcitemico di Cagliari, ma il tumore non era operabile in Sardegna, così siamo partiti ala volta del Bambin Gesù di Roma. Sulle pareti di quelle sale erano dipinte delle immagini che hanno dato ai bambini e alle loro famiglie, che vivevano tra paura e sofferenza, tanta speranza e serenità. È in quel momento che ho pensato di dare vita a un progetto di umanizzazione pittorica da riproporre nei nostri ospedali.

Qual è l’obiettivo dell’associazione?

L’obiettivo è sempre stato quello di offrire supporto e accoglienza ai bambini durante il periodo dell’ospedalizzazione. Mio figlio, nonostante tutto, ha vissuto la malattia in maniera serena, perché si trovava in un ambiente sereno. I colori, i disegni che lo circondavano, lo hanno aiutato a stimolare la sua fantasia e creatività, regalandogli sollievo. Ivi è il nome che rimanda a Ivaldo e sta per Immagini Vissute Indimenticabili.


Quali progetti ha realizzato e quali ci sono in programma?

Nel 2023, dopo quattro anni di lavoro, abbiamo realizzato il progetto di umanizzazione pittorica al Microcitemico di Cagliari, dove tutto ha avuto inizio, a cura di Sally Galotti. È fondamentale che lavori di questo tipo vengano eseguiti da professionisti, con materiali scientificamente studiati e colori scelti da figure come psicologi, perché si tratta di reparti delicati e bisogna usare la massima accortezza. Tra i prossimi progetti di umanizzazione pittorica ci sono la nuova Radioterapia Pediatrica dell’ospedale Oncologico Businco (Brotzu) di Cagliari e il reparto di Ginecologia del Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale (Sala Parto). Per realizzare i progetti ho indetto delle raccolte fondi, perché per la loro riuscita è fondamentale il sostegno di altri.

Quando parla dell’Ospedale di San Gavino, si riferisce a quello attualmente in costruzione?

Sì, parlo del nuovo ospedale, i cui lavori dovrebbero essere ultimati entro il 2025. Ho scelto la Sala Parto per trasmettere serenità a tutte le mamme e ai loro bambini, fin dal primo respiro, davanti al regalo più grande: la vita. L’esperienza con la malattia di Ivaldo, infatti, mi ha insegnato a fermarmi, a respirare, a guardarmi intorno e ad apprezzare quello che mi circonda, a dedicare più tempo a me stessa e alle persone care, ad ascoltare, a tendere la mano. Mi ha insegnato a guardare la vita da una prospettiva nuova, a gioire e a godermi tutto ciò che viene, traendo un insegnamento da ogni esperienza.

Antonella Casula ha scritto anche un libro Non solo coincidenze, dove racconta nel dettaglio la sua storia. Il suo vuole essere un messaggio di speranza e di incoraggiamento, soprattutto per chi si ritrova a convivere con la malattia.
Per chi volesse collaborare al progetto di San Gavino, è attiva una raccolta fondi.

Rachele Casu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: il rendering del progetto di trasformazione di un ambiente ospedaliero con l'intervento di umanizzazione pittorica (elaborazione Sally Galotti)

Di seguito: lo stesso ambiente allo stato attuale

Sala ospedaliera

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