Giovane agricoltore

 Medio Campidano - Sardegna - Il prezzo del latte regge, ma fino a quando?

Settembre, almeno nelle aziende agropastorali, è sempre stato il mese del riposo. L’annata della mungitura è ormai conclusa e ci si prepara per i parti e la semina a novembre. Si analizzano i dati, la quantità di latte prodotta, le spese e il guadagno.

Il prezzo medio di un litro di latte per la campagna di conferimento del 2023 si è attestato a 1euro e 50 centesimi per quanto riguarda l’industria, e 1 euro è invece l’acconto che il sistema delle cooperative ha pagato agli allevatori; il saldo verrà poi quantificato alla chiusura dei bilanci.

Un prezzo equo e dignitoso, che ha messo a tacere malcontenti e proteste anche eclatanti degli scorsi anni. Ma non è tutto oro quello che luccica. Se da una parte il prezzo del latte ovino è praticamente raddoppiato, anche il costo delle materie prime ha seguito in percentuale gli aumenti. Mangimi, gasolio agricolo, concimi, sementi hanno avuto aumenti esponenziali e ingiustificati.

Il sistema nonostante il cauto ottimismo è fragile, e sta mostrando cedimenti. Il dato più significativo è la diminuzione dei capi ovini, nell’ultimo anno sono stati quasi 100mila in meno, e per la prima volta negli ultimi 10 anni il totale degli ovini in Sardegna scende sotto i 3 milioni.

«E’ una situazione preoccupante» ha affermato Tore Piana, presidente dell’associazione Centro Studi Agricoli che ha elaborato i dati, «il motivo di questo decremento è dovuto al fatto che nelle aziende sarde abbiamo un’età media degli allevatori di oltre 64 anni, chi va in pensione chiude l’azienda e vende il bestiame, il ricambio generazionale latita».
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Il contributo di 35mila euro a fondo perduto per il primo insediamento o per rilevare l'azienda da parte di un figlio under 40, e gli sgravi contributivi Inps per 24 mesi, evidentemente non incentivano gli aspiranti giovani allevatori.

«E’ necessario e urgente un piano di rilancio dell’allevamento e agricoltura sarda, con una proiezione di almeno 20 anni, altrimenti lo spopolamento delle campagne causerà la perdita di migliaia di buste paga, considerando il notevole indotto che il settore crea. La politica deve fare la propria parte» ha aggiunto Piana.

Un altro dato che nelle ultime settimane ha fatto scattare un campanello d’allarme è il ribasso delle quotazioni del Pecorino Romano del 10 per cento. Il re dei formaggi ovini, che fa da traino al prezzo del latte, tiene sulle spine gli allevatori, e nonostante i vantaggi raggiunti nelle ultime stagioni, servirebbe un piano strategico per la regolamentazione dell’offerta, in modo tale da potere mantenere negli anni un prezzo stabile e remunerativo per gli allevatori sardi.

Chi resterà al timone delle aziende non potrà permettersi di dormire sonni tranquilli.

Stefano Cruccas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: foto simbolo, un giovane allevatore (Foto Cottonbro studio, particolare)


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