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Scuola superiore, immagine simbolo

 Regione  Con la delibera di ieri sera, scongiurato l'accorpamento per il liceo Piga di Villacidro

Colpo di reni della Sardegna, che sul sistema scolastico non si lascia fare i conti in tasca dal Governo nazionale. La Regione ha preso una posizione netta, opponendosi alla linea dettata da Roma per la riorganizzazione della rete scolastica isolana.

Con una delibera approvata nella serata di ieri, la Giunta regionale ha stabilito criteri propri e un piano di dimensionamento diverso da quello imposto dal ministero dell'Istruzione, basato su stime e non su dati reali.

Il decreto ministeriale n.127 del 2023, anno secondo del governo di destra a guida Giorgia Meloni, aveva previsto per la Sardegna l'accorpamento di nove autonomie scolastiche, riducendo il numero totale di istituti da 234 a 225. La programmazione, basata su stime al ribasso della popolazione studentesca, non teneva però conto di un dato reale: gli studenti presenti nell'isola sono circa 3.000 in più rispetto alle proiezioni ministeriali che miravano ai tagli.

La Giunta regionale sulla base dei dati reali, ha invece deciso di adottare una strategia alternativa, presentando un piano che limita l'accorpamento a soli sei istituti, valutando gli impatti territoriali. La scelta è ricaduta così esclusivamente su istituti comprensivi del primo ciclo, di uno stesso Comune o di Comuni vicini, con un numero massimo di 1.300 alunni per istituto.


La scelta della Giunta sarda è stata quella di non coinvolgere negli accorpamenti il secondo ciclo di istruzione, per evitare di aggravare ulteriormente un settore già colpito da alti tassi di dispersione scolastica.

Grazie a questa visione del sistema scolastico sardo, realtà importanti per i territori, come il liceo Piga di Villacidro, si salvano dal rischio di andare incontro ad accorpamenti decisi a tavolino e magari tra indirizzi di studio non omogenei.

La Giunta ha accompagnato la misura con un sostegno economico concreto, stanziando 2,5 milioni di euro a favore dei Comuni sede di istituti accorpati. Le risorse saranno destinate a migliorare servizi di accoglienza, trasporti scolastici e mensa, oltre a finanziare attività sportive, culturali e sociali.

Parallelamente al decreto, la Regione ha avviato un lavoro parlamentare per richiedere una deroga di un anno al dimensionamento previsto dal Governo, agendo sugli emendamenti alla legge Milleproroghe: i mesi di rinvio saranno impiegati per definire un disegno di legge regionale sulla scuola che tenga conto della condizione di insularità della Sardegna, riconosciuta dalla Costituzione e che richiede un'attenzione particolare nel garantire pari opportunità educative ai suoi cittadini.


La decisione della Sardegna di seguire una strada autonoma nella riorganizzazione scolastica si inserisce in un contesto più ampio di rivendicazione delle proprie prerogative. Come altre regioni, tra cui Campania e Toscana (per le quali a breve si pronunceranno nel merito i giudici amministrativi), anche l'Isola ha deciso di basare le proprie scelte su dati reali e sulle necessità specifiche del territorio.

L'obiettivo è chiaro: proteggere il diritto all'istruzione e garantire un sistema scolastico di qualità che risponda alle esigenze delle comunità locali. Una mossa che ribadisce per la Sardegna che il futuro dell'istruzione non può essere deciso solo a tavolino, ma deve partire dalla realtà dei territori.

R. Isp. © Riproduzione riservata

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