Sardegna - Punti di forza e criticità del nuovo assetto normativo che la Regione ha il compito di definire
Lo scenario della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, dopo le modifiche approvate in sede di Conferenza Stato-Regioni, sembrerebbe restituire, come annunciato da Alessandra Todde, maggiore potere decisionale alla Sardegna sulla dislocazione degli impianti: tuttavia serve, prima di chiudere definitivamente la questione, analizzare l'intero scenario, che potrebbe celare ulteriori insidie.
Ne abbiamo parlato con la geologa e attivista guspinese per la tutela dell’ambiente, Laura Cadeddu, da anni mobilitata contro la speculazione energetica. In attesa del nuovo assetto normativo che la Regione ha il compito di definire, Cadeddu si è così espressa nel merito del decreto Aree idonee, in seguito alle revisioni concordate: «Le modifiche approvate in sede di Conferenza Stato-Regioni hanno stabilito un conteggio al 100 per cento della produzione di eolico off-shore (i generatori eolici in mare aperto, ndr), con connessione elettrica alla Sardegna e, soprattutto, la Regione potrà intervenire anche per i progetti in corso d’istruttoria, che resteranno vincolati alla determinazione di quali siano le aree idonee all’installazione degli impianti. Inoltre, la Regione potrà definire su quali tipologie suddividere la produzione e come, rimanendo nel carico di produzione assegnato all'Isola di 6,2 GW di potenza installata (al lordo dell’eolico off-shore). Gli impianti già autorizzati proseguiranno invece il loro corso. Nel testo tuttavia non si pone in relazione alcuna equivalente riduzione della produzione di energia da fonti fossili, che fino al 2022 rappresentava il 74% della produzione elettrica totale».
Secondo Cadeddu ulteriori criticità riguarderebbero gli impianti agrivoltaici che, «non essendo stati disciplinati dal decreto», rischiano di determinare una trasformazione delle zone a vocazione agricola in siti industriali diffusi: mentre sarà possibile pianificare l’allocazione dell’eolico e del fotovoltaico con zone di rispetto adeguate ai beni tutelati, la disposizione sul territorio degli agrivoltaici allo stato attuale non subirà alcun vincolo. Lo ha sottolineato l'esperta in materia di produzioni energetiche, che ricorda inoltre come, secondo legge, «per le nuove istallazioni di produzione energetica si devono prediligere le coperture di capannoni, aree industriali dismesse e aree edificate».
Quanto alle modifiche prodotte in sede di Conferenza Stato-Regioni, sulla base di una prima lettura del decreto modificato, non ancora reso pubblico, l’ecologista ha rimarcato: «Alcune delle modifiche ottenute in sede di Conferenza Stato-Regioni, almeno per la Sardegna, sarebbero potute derivare direttamente dallo Statuto sardo che, in ragione della sua specialità, conferisce alla Regione la competenza normativa in materia di produzione energetica e infrastrutture collegate».
Alessia Caddeo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata