Elezioni regionali, Gigi Piano

 Elezioni regionali - Alcune domande al rappresentante regionale di Serramanna

Con l'ufficializzazione dei dati definitivi del voto del 25 febbraio scorso, comunicata nella tarda mattinata di oggi dall'Ufficio centrale elettorale in Corte d'appello a Sassari, il Medio Campidano si vede rappresentato in consiglio regionale da tre consiglieri, due di maggioranza e uno di minoranza.
Oggi abbiamo intervistato uno di loro: Gianluigi Piano, più comunemente conosciuto come Gigi, nato a Serramanna nel 1966, già consigliere comunale nella stessa località.


Si aspettava la vittoria di Todde, soprattutto dopo i 5 anni di guida da parte del centrodestra?

«Sì, in tutta la campagna elettorale ho percepito il malcontento della gente e il desiderio di cambiamento. Dopo 5 anni di interventi inefficaci o assenti, ci aspettavamo questa risposta da parte dei sardi. D’altra parte, la nostra proposta ha rappresentato un’alternativa valida e credibile, con una candidata presidente le cui competenze sono note, una donna appassionata che ha un’idea di sviluppo per la Sardegna che, insieme, abbiamo condiviso, e mi piace sottolineare, la prima presidente donna della storia dell’autonomia sulla quale anche gli elettori hanno scelto di riporre la loro fiducia».

Dialogo tra Regione e Medio Campidano. Quali saranno i temi su cui punterà e le istanze di cui si vuole fare promotore?

«I temi che dovranno essere affrontati in via prioritaria sono quelli che impattano maggiormente sulla vita dei sardi. In primo luogo, la sanità, affinché possano essere garantiti tutti i diritti che in questi anni sono venuti a mancare: l’assistenza del medico di famiglia, l’abbattimento delle liste d’attesa, le cure assicurate con tempestività. Per il Medio Campidano serve una sanità territoriale di qualità, fatta di servizi diffusi nel territorio, che ruotano attorno al polo ospedaliero di San Gavino. Sempre prioritaria è un’azione coordinata che affronti il tema dello spopolamento. Serve un approccio a 360 gradi che coinvolga tutti i settori. Un’attenzione particolare dovrà poi essere destinata all’agricoltura, motore trainante per l’economia del territorio. Si dovranno semplificare le procedure per l’assegnazione dei finanziamenti compatibilmente con le attuali regole, velocizzando i tempi di erogazione delle risorse. Ancora bisogna proseguire nella valorizzazione dei beni minerari dismessi, coinvolgendo gli enti locali in maniera organica e facendo diventare le comunità le vere protagoniste delle scelte strategiche del territorio. Un no forte agli speculatori del sole e del vento, un sì altrettanto forte ai progetti per l’incremento delle energie rinnovabili».

Con questo nuovo ruolo da esercitare in Regione, continuerà a essere capogruppo di opposizione in Consiglio comunale a Serramanna?

«Ne parleremo nei prossimi giorni, è una decisone che prenderò con il gruppo consiliare. Insieme decideremo quale sarà la soluzione migliore».

Continua a esserci un forte astensionismo elettorale: qual è la sua analisi e quali le soluzioni per avvicinare soprattutto le nuove generazioni alla politica locale?

«Il fenomeno dell’astensionismo, sempre più marcato, deriva dalla distanza tra cittadini e politica. Sul fenomeno influisce anche la scarsa presenza dei Partiti nei territori, l’assenza di dibattito, l’abbandono dell’impegno civico. Serve il contatto diretto tra le persone, la politica deve essere percepita come qualcosa che riguarda tutti perché è in grado di incidere sul nostro vivere quotidiano. Credo che si debba ricominciare dai giovani, dimostrando che sono le scelte politiche a determinare il futuro di un territorio. Bisogna aprire al contributo di tutti i cittadini affinché tutti si sentano coinvolti e si riavvicinino alle urne. In questa campagna elettorale ho incontrato tanti giovani che hanno il desiderio di dare il proprio contributo e di sentirsi parte di un progetto concreto per la comunità». 

Manca poco all’insediamento del nuovo Consiglio regionale. Come vive il passaggio dai banchi comunali della minoranza a quelli di maggioranza in Regione?

«Con la consapevolezza delle tante cose che ci sono da fare, dei tanti problemi irrisolti, della situazione difficile da affrontare e la responsabilità che mi sento addosso, che deriva dalla fiducia che i sardi ci hanno dato e che non voglio disattendere».

Uno sguardo al suo partito: cosa è mancato al Pd di questi ultimi tempi e cosa potrà mutare con Schlein alla guida del partito?

«Il Pd attraversa un momento di transizione, non facile ma non privo di speranze di crescita per il futuro. Il nuovo corso ha il compito di aprire il Partito soprattutto ai giovani ed essere inclusivo per tutti coloro che guardano con interesse ai valori democratici e progressisti ma non si sentono pienamente coinvolti. È necessario rimettere in moto i territori attraverso i circoli, centro propulsore del Partito. Lo abbiamo detto tante volte, ora c’è una nuova opportunità e bisogna coglierla».

Doride Pilloni (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata


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