Fotovoltaico simbolo

 Villacidro - «Nessun vantaggio per i residenti», si legge nelle osservazioni al nuovo impianto presentate dal Comune

Presentate al ministero della Transizione ecologica, a firma del sindaco Federico Sollai, le osservazioni in opposizione all'ennesimo progetto di produzione energetica sul territorio di Villacidro e San Gavino, sottoposto in questa fase alla Via (Valutazione di Impatto Ambientale).

Si tratta del progetto Pv Villacidro 2, che prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico e delle opere di connessione per una potenza di picco di 25.197 Kw e una potenza massima di immissione in rete di 20 mila Kw.

«Nel progetto - ha spiegato l'assessora alla Transizione ecologica, Loredana Porcu - sono gli stessi proponenti (Green Energy Sardegna 2 Srl, ndr) ad affermare, nel rapporto Analisi-Costi- Benefici, che “l’energia prodotta sarà ceduta totalmente alla società E-distribuzione Spa”. Ciò significa che non è previsto alcun intervento in chiave di autosufficienza energetica per la comunità, nessuna crescita economica e tanto meno alcun risparmio per i cittadini, ma solo benefici a favore dei proponenti».

Il Piano d'azione per le energie rinnovabili in Sardegna predisposto dalla Regione, specifica che le «tecnologie fotovoltaiche presenti sul mercato dovrebbero essere indirizzate prevalentemente verso impianti di piccola taglia (20 kWp), distribuiti nel territorio e caratterizzati da elevati livelli di integrazione architettonica, mirati all'autoconsumo degli utenti»: nel progetto in questione nessuno di questi criteri sembra essere rispettato o anche solo preso in considerazione dalla società proponente, indicano anche le osservazioni.

Il comune di Villacidro si era già pronunciato sul ridestato interesse (in realtà mai sopito) degli investitori per le rinnovabili, con un documento approvato a inizio estate dall'intero Consiglio comunale: un atto di indirizzo politico per mettere freno alle speculazioni energetiche che poneva invece l'accento sulle necessità di investire nel risparmio energetico e nelle più sostenibili forme di produzione per l'autoconsumo.

Anche per predisporre le osservazioni i consiglieri comunali di Villacidro hanno lavorato in totale condivisione: «Ringrazio tutti i componenti della commissione - ha detto Antonello Pintore presidente della Commissione consiliare Pianificazione territoriale e strategica, Urbanistica, energia e ambiente - perché ognuno di loro ha contribuito con il suo apporto al documento. Voglio ribadire che noi siamo favorevoli alla transizione, ma che vogliamo più rispetto per il nostro territorio. Nel frattempo a livello di commissione abbiamo dato mandato al sindaco per dare vita a un confronto con gli altri sindaci della zona e prepareremo alcuni incontri informativi con i cittadini, per sensibilizzare l'opinione pubblica e capire meglio le conseguenze che comportano questi progetti e le opportunità rappresentate invece da produzione diffusa e risparmio energetico».


Antonio Muscas, vice presidente della Commissione ed esperto in materia di produzione energetica ha aggiunto: «La transizione energetica rischia di rivelarsi un disastro per la Sardegna. Come anche evidenziato dai proponenti, la nostra infrastruttura elettrica è inadeguata a ospitare ulteriori grossi impianti di produzione da rinnovabile e perciò non si capisce neppure perché in queste condizioni si continui a dare spazio a questi progetti. Inoltre, comunità energetiche e impianti agro voltaici reali - quelli utili a integrare il reddito agricolo - sono al palo e le due uniche comunità energetiche già realizzate in Sardegna sono ancora inattive, manco ci fosse un preciso piano per sabotarle (leggi anche Comunità energetiche: affossata la legge regionale, ndr). Di questo passo i progetti degli impianti di produzione elettrica saranno ad esclusivo appannaggio degli speculatori senza alcun ritorno in termini ambientali, economici, occupazionali e sociali ma, anzi, con sottrazione di posti di lavoro a causa degli immensi spazi richiesto dal fotovoltaico a terra e un ulteriore aggravio sulle nostre bollette per via degli incentivi pubblici loro garantiti. Tra le altre, le rinnovabili sono nate allo scopo di liberarci dal fossile e dalle dipendenze esterne. Il risultato è che da un lato si sta rilanciando il carbone e il gas, senza nessun valido piano di riduzione dei consumi e degli sprechi per far fronte al caro energia, e dall'altro ci stiamo legando mani e piedi alle multinazionali del "rinnovabili", che spesso sono rappresentate dalle stesse società del fossile. Dobbiamo compiere ogni sforzo utile per correggere la rotta adesso, anche perché non sappiamo se, persa questa, ci sarà per noi un'altra occasione».

Oltre alle osservazioni elaborate dalla Commissione, anche i funzionari comunali hanno inviato alcuni rilievi legati ad aspetti più burocratici, come il fatto che il procedimento sottoposto al Via dovrebbe essere riformulato in quanto presentato prima dell'approvazione del nuovo Pai (Piano di assetto idrogeologico) comunale.



Marco Cazzaniga (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata


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