Carmela Pinna

 Arbus - Storie e aneddoti da una vita umile e dignitosa, sotto il segno della sobrietà

Oggi è un giorno speciale per la signora Carmela Pinna che spegne cento candeline e anche per Arbus perchè può vantare una nuova centenaria tra i suoi abitanti.

Incredula quanto emozionata, circondata dall’affetto dei suoi cari, Carmela Pinna ha raccontato di avere vissuto una vita di profondi dolori, piena di sacrifici, ma anche grandi soddisfazioni. E’ nata il 14 agosto del 1923 da una famiglia umile e da quando era ancora piccola, ha sempre lavorato sodo.

«Non amava ricevere gli ordini» - ha precisato la figlia Graziella - e ha lavorato, per breve tempo, come collaboratrice domestica al servizio di persone benestanti.

«La signora per cui lavoravo - ha raccontato la neo centenaria - come compenso per il mio lavoro, mi dava un pezzo di pane e due uova. Io mangiavo il pane, invece le uova le vendevo per comprarmi gli asciugamani».

La guerra le aveva fatto conoscere la povertà e di conseguenza insegnato la parsimonia. Ricevere come paga le uova, era stata per lei una fortuna, perché non ne aveva avuto disponibilità da bambina. Così, di volta in volta, metteva da parte il ricavato di quelle piccole vendite, che riutilizzava per acquistare i primi pezzi del suo corredo matrimoniale: dagli asciugamani, alle lenzuola a qualche stoviglia. «La signora per cui lavoravo - ha continuato Carmela Pinna, abbozzando un sorriso compiaciuto - mi scoprì dopo qualche tempo: avevo le uova pronte da vendere nascoste dentro a un cassetto coperte da un fazzoletto e lei le trovò».


Assecondando la sua indole, preferiva lavorare nei campi, libera nel gestire in prima persona le sue fatiche. Quando conobbe suo marito, Salvatore Pani, decisero insieme di costruire la loro casa, in via Roma, dove hanno cresciuto otto figli. Il marito inizialmente faceva il pastore, poi il minatore.
«Andavano a pulire le stalle - ha raccontato il figlio Ignazio - per farsi dare la paglia da impastare con acqua e argilla: facevano i mattoni di terra cruda e li lasciavano essiccare al sole. Con quei mattoni hanno tirato su la nostra casa».

Nonna di quattordici nipoti e bisnonna di dodici pronipoti, Carmela Pinna ha perso un figlio appena sedicenne e altre due figlie sono mancate più recentemente, per malattia. Rimasta vedova nel 1981, la centenaria convive con il figlio Gianni e, per quanto possibile, lo aiuta nelle faccende domestiche.

Nel tempo, la festeggiata, ha mantenuto qualche antica abitudine, come quella di svegliarsi presto la mattina e bere un caffè macchiato con poco latte. Assieme ci mangia una fetta biscottata e mezzo biscotto.
«Un biscotto - ha precisato Carmela Pinna - mi dura due giorni. Bisogna assaggiare tutto, ma senza esagerare con le quantità, perché gli occhi sono grandi ma lo stomaco è piccolo».

La sera va a dormire tardi e non ha segreti di longevità, se non la sua fede religiosa. «Lavorare duramente senza risparmiarsi mai - ha concluso la figlia Graziella - le ha lasciato poco tempo per i cattivi pensieri: forse è questo il suo segreto».

Alessia Caddeo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

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