Guglielmo Cirronis

 Pabillonis Nei suoi ricordi fatica, sacrificio e difficoltà

Alcuni giorni fa tziu Guglielmo aveva piantato qualche vite e raccolto le patate in cortile. Il segreto della sua longevità è quello di avere sempre qualche faccenda da svolgere, qualcosa di cui occuparsi.

«Ho sempre lavorato in campagna» ha raccontato tziu Guglielmo, «la nostra famiglia aveva del bestiame, mucche e pecore, così anch’io, nonostante fossi tentato di andarmene per via delle incomprensioni con mio padre, rimasi a gestire l’azienda di famiglia. Si coltivava anche grano e altri cereali per il sostentamento del bestiame».

Classe 1922, figlio di Antonio Cirronis e Caterina Pinna, nel 1958 sposò Adele Fanari. La coppia ebbe tre figlie femmine: Antonella, Isella, Anna Pina, tutte e tre insegnanti che hanno donato al nonnino quattro nipoti, tutti maschi.

La vita dura e cruda degli anni 20 ha lasciato al centenario delle cicatrici , come quella dell’abbandono scolastico in quarta elementare per via dei metodi violenti della maestra; fu picchiato due volte e decise di non frequentare più la scuola perché sostenne di avere subìto un’ingiustizia. Tziu Guglielmo ricorda ancora quella maestra che proveniva dal sassarese e rammenta ancora le minacce del padre per non protestare, dando ovviamente ragione all’insegnante.


Nel 1942 all’età di vent’anni fu chiamato sotto le armi. Raggiunse a piedi la vecchia stazione di Pabillonis assieme ad un altro commilitone Dionisio Casula; rimase una notte a Cagliari, poi partì per la volta di Macomer nel 13° artiglieria, a maggio fu poi trasferito a Berchidda al 7° reggimento Livorno. Poi Tempio, Nuoro, infine in Corsica tra la fine del 1942 e il 1943. Nel 1945 fu richiamato a Cagliari e poco dopo partì per Napoli.

Quando Benito Mussolini e Claretta Petacci furono uccisi vide i festeggiamenti nelle strade sotto il Vesuvio: «la gente era consapevole che il duce assieme a Hitler avevano rovinato l’Italia» ricorda ancora il centenario.
Scivolano i ricordi, come quando fu ricoverato e operato di peritonite a Livorno , arrivò a pesare trenta chili, un medico lo portò in spalle, fu medicato e curato dalle crocerossine. Dopo quaranta giorni di convalescenza a metà maggio fece ritorno in Sardegna. Fu assegnato alla 59° Fanteria San Bartolomeo dove incontrò due compaesani: Enea Meloni e dott. Cadeddu. Fu poi mandato alla Compagnia Barracellare, poi una volta congedata la sua classe, tornò a casa.

Tziu Guglielmo non ha mai preso la patente, preferiva il cavallo, poi la bicicletta e il motorino. Ha sempre curato l’alimentazione e ha sempre osservato rigidamente gli orari dei pasti: pranzo a mezzogiorno e cena alle 19.

Il sindaco Riccardo Sanna e il vicesindaco Marco Sanna a nome di tutto il Consiglio comunale hanno donato una pergamena ricordo a tziu Guglielmo, porgendogli infiniti auguri.

Stefano Cruccas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata


Immagine in evidenza: Guglielmo Cirronis assieme al sindaco di Pabillonis Riccardo Sanna

Immagine seguente: Guglielmo Cirronis assieme alle figlie Antonella, Isella e Anna Pina

Guglielmo Cirronis

Immagine seguente: la pergamena augurale del Consiglio comunale di Pabillonis

Guglielmo Cirronis



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