Operazione Canarino

 Villacidro - Il 12 agosto 1942 dall’aeroporto di Trunconi prese il via la pionieristica "Operazione Canarino"


Sono passati ottant'anni dall'avveniristica avventura dell’Aereo Radio Pilotato, un antesignano dei moderni droni, che partì dall'aeroporto di Villacidro.
Ne ricostruisce la vicenda Nino Marras, che si è avvalso della collaborazione dell’associazione culturale Memoria è storia di Villacidro, e dei riferimenti tratti dal libro I confini dell’orizzonte di Ignazio Fanni (Edizioni Bastogi, 2005).

Siamo nel pieno della Seconda guerra mondiale, in quella fase conosciuta come Battaglia di mezzo agosto, con il tentativo degli italo-tedeschi di contrastare i convogli di navi con cui gli inglesi rifornivano l'isola di Malta e le truppe del Nord Africa. Con l'Operazione canarino la Règia Aeronautica realizza un pionieristico tentativo, nella storia dell'aviazione, di utilizzare a scopo militare un aereo radiocomandato, anticipando di molti anni l'avvento dei droni, oggi largamente utilizzati (per fortuna anche in attività non necessariamente militari).

L'idea di un aereo senza pilota era stata concepita nel luglio 1940 dal colonnello Ferdinando Raffaelli che chieste e ottenute le necessarie autorizzazioni, si avvalse della collaborazione del capitano Emilio Montuschi, esperto radiotecnico, e dell'ingegnere Leandro Cerini, progettista e costruttore di congegni per l'auto pilotaggio degli aerei. Furono messi a disposizione del progetto due aerei Savoia Marchetti SM79 (già destinati alla demolizione) e un Cant Z-1007bis come aereo guida.

L'allestimento dei velivoli fu eseguito nell'aeroporto di Guidonia, vicino a Roma, dopodichè i mezzi vennero trasferiti a Villacidro, nell'aeroporto di Trunconi, per la messa a punto finale e il collaudo funzionale.
In questa fase rivestì il ruolo di assistente un ragazzo villacidrese, Emilio Nuscis, che prestava la sua opera come cineoperatore per la proiezione di film per i militari e nel contempo apprendeva le basilari conoscenze della radiotecnica avvalendosi del contributo di esperti tecnici in servizio nel campo di volo. Le sue esperienze sono raccontate in Quegli anni a Trunconi (L’Aleph edizioni, 1999).


Terminati con esito positivo tutti i collaudi, si predispone la missione contro la flotta inglese, avvistata in prossimità della costa algerina. Nel pomeriggio del 12 agosto 1942 l'aereo SM79 con a bordo una bomba da 1000 chili, venne portato in quota del maresciallo Mario Badii il quale, una volta allineato l'aereo, inserito il pilota automatico e affidata la guida automatica ai comandi dell'aereo pilota, si lancia con il paracadute sul campo di Trunconi. Il velivolo era stato dipinto di giallo vivo, da cui il soprannome canarino, per essere visibile dall'aereo guida, che l'avrebbe seguito a una distanza di circa 4000 metri. A bordo dell'aereo guida, c'era lo stesso Raffaelli, con il compito di guidare il Canarino verso l'isola La Galite in acque tunisine, dove era stata avvistata la flotta inglese.

Tutto procedette regolarmente ma quasi in vista dell'obiettivo, il Canarino smise di rispondere ai comandi: un'avaria a un condensatore elettrolitico dell'apparato trasmittente, senza la possibilità di riparazione in loco, mandò a monte l'operazione e l'aereo, abbandonato al suo destino, finì pr schiantarsi sulle montagne algerine. Alcune comunicazioni telegrafiche intercettate dai servizi italiani parlavano di «una forte esplosione con resti nella profonda voragine, di un aereo italiano identificato dei numeri di matricola e alcuni componenti Marelli». La circostanza destò sconcerto per l'assenza dei resti dell'equipaggio, che si ritenne carbonizzato nell'esplosione.

Nella convinzione della bontà del progetto furono continuati gli esperimenti con la costruzione di un aereo appositamente studiato e con la duplicazione degli apparati di comando, ma quando tutto sembrava volgere a buon fine, il precipitare degli eventi bellici costrinse a interrompere il progetto con la distruzione di tutto quanto era inerente all'operazione.

Nino Marras © Riproduzione riservata


Immagine in evidenza: il "Canarino", in una foto d'epoca

Immagine seguente: da sinistra, l'ingegnere Leandro Cerini, il maresciallo Mario F. Badii e il maggiore Emilio Montuschi

Operazione Canarino


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