Portale a Serrenti

 Serrenti - Storia e riscoperta dei portali in trachite

I centri storici dei nostri paesi narrano storie minime che spesso rischiano di cadere nell’oblio. Per questo sono le benvenute manifestazioni come Monumenti aperti, che consentono di riscoprire e tramandare preziose pagine di storia locale.

Come quelle relative all'edificazione degli archi in trachite, che dal tardo Ottocento continuò per un lungo periodo, arrivando fino ai primi anni sessanta del secolo scorso, quando il ridimensionamento massiccio della lavorazione dei campi mandò in pensione anche gli archi e la loro funzione di abbellire le entrate delle case dei proprietari agricoli.

Dai primi anni Duemila,  più che altro per soddisfare finalità puramente estetiche, è tuttavia ripresa la riedificazione degli archi, favorita anche dall’industrializzazione del processo di cava e di costruzione, a opera di un imprenditore locale.

A Serrenti, come nei paesi del circondario, un bel portale era un biglietto da visita che comunicava la condizione economica e il prestigio del suo proprietario. Gli archi dei portali, già nell’ultimo trentennio dell’Ottocento, furono oggetto di abbellimento, specie nella chiave di volta.

Gli artigiani scalpellini che iniziarono quest’opera, provenivano dalla Toscana e da veri maestri iniziarono a lavorare la trachite locale, tramandando il loro sapere nelle botteghe.


Per le vie del centro storico si possono scorgere questi lavori, dove le chiavi di volta sono vere e proprie opere d’arte a cielo aperto, riproducenti visi umani, rosoni, decori vegetali, putti. Ma anche gli arnesi da lavoro utilizzati da chi vi abitava: incudine e martello, scalpellini, ruote di carro, segacci, squadre e compassi. C’è un portale, per esempio, in cui il carro agricolo trainato dal cavallo, sta ad indicare che il proprietario era un carrettiere.

In via Salaris incuriosisce la chiave di volta al civico 13, proprietà di Peppuccio Pisano, dove è scolpita una chiave e una pistola a tamburo che stanno a significare che la casa è custodita e che il proprietario ha i mezzi per difendersi.

«Dagli anni ‘80 dell’ottocento - ha spiegato Graziano Medda, appassionato di storia locale - in seguito al maggior benessere raggiunto dagli agricoltori proprietari, a Serrenti si assiste alla riconversione dell’arcaica porta carraia, nel portale classicista e decoroso in trachite o pietra di Serrenti».

Attualmente il paese conta circa 130 portali e archi, ma molti altri sono stati abbattuti. La loro salvaguardia oltre a realizzare un buon biglietto da visita per il paese, restituisce un bene prezioso alla comunità e alla sua storia.

 

Giorgio Mancosu © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: un portale in via Salaris, dove il decoro della chiave di volta è riprodotto nella parte superiore del portone (Foto tratta dal sito www.terracruda.org)

Di seguito: una carrellata di portali di Serrenti (Foto Graziano Medda)


Portali a Serrenti
Portali a Serrenti
Portali a Serrenti
Portali a Serrenti

FacebookFollowersYoutube white Instagram white Twitter

 

 

WhatsApp

Medio Campidano in breve

 

Appuntamenti di cultura, incontro, socialità

Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31