Serramanna -"Prendi ciò che vuoi e lascia ciò che puoi”: un esempio di economia del dono
Un gesto di fiducia e sostenibilità per ispirare il cambiamento. A Serramanna, Ilenia Sara Perra ha dato vita a una speciale iniziativa: mettere a disposizione della comunità i frutti del suo orto, invitando chiunque a raccogliere ciò di cui ha bisogno, in cambio di una piccola offerta volontaria.
La scintilla per questa iniziativa è nata da un viaggio nel nord Italia, dove la serramannese ha notato delle piccole casette senza porta, con tavoli carichi di frutta e verdura e un cartello che invitava a prendere ciò che si desiderava, lasciando una libera offerta.
«Avevo trovato questa iniziativa meravigliosa, democratica», ha raccontato Perra. Sebbene avesse delle incertezze iniziali, ha deciso di replicare questa idea a Serramanna, sostenuta dal marito: «Il rischio di non guadagnare nulla c’è, ma crediamo che il mondo cambi solo se ognuno di noi inizia il cambiamento».
Esposte in via De Nicola ci sono le cassette di mandaranci e melagrane, con un cartello che dice: Prendi ciò che vuoi e lascia ciò che puoi. L'obiettivo non è il guadagno economico - infatti, il ricavato è stato minimo - ma piuttosto la volontà di ridurre gli sprechi. «Abbiamo dato l’esempio e spero di cuore che questa iniziativa venga copiata da tante altre persone. Non abbiamo sprecato questa frutta, che altrimenti sarebbe andata perduta nonostante gli sforzi di trasformarla in confetture e dolci», ha spiegato l'ideatrice dell'iniziativa.
Questa pratica non è nuova: «Lo scambio a offerta libera o il baratto appartengono alla storia dell’uomo da millenni» ha osservato Perra. E il ricordo delle sue nonne che scambiavano uova per cicoria o limoni con i vicini alimenta in lei il desiderio di rivivere quella semplicità e vicinanza.
Oltre a condividere i frutti dell'orto, la promotrice del progetto solidale ha ideato dei corsi per la comunità: uno di sartoria creativa, SartoriAnarchia, e un altro di cucina naturale, Cucinarchia. «Mi piaceva l’idea di sensibilizzare le persone al riciclo degli abiti per contrastare il fast fashion, che inquina il pianeta quanto, se non di più, dell’industria alimentare» ha affermato.
Con il corso di cucina, invece, cerca di trasmettere l'importanza di autoprodurre il proprio cibo per la salute e la sostenibilità. «Questo genere di corsi - ha spiegato - non è il metodo migliore per guadagnare, ma il senso di comunità che si crea è impagabile».
Per l'ideatrice il vero valore di queste iniziative risiede soprattutto nella loro valenza sociale: «L’individualismo uccide più della povertà economica. Continuare a mettere fuori casa il prodotto in eccesso e trasmettere le proprie conoscenze attraverso i corsi è un dovere, un modo umile di fare politica per la persona, chiunque essa sia. E poi imparo anch’io tantissimo: le persone che entrano in casa nostra mi insegnano sempre qualcosa».
Un impegno indirizzato anche ad abbattere i limiti mentali che spesso possono condizionare, per il timore di non farcela: «Cresciamo con tanti limiti, ma per me questo preconcetto non ha alcun valore: chiunque può imparare ad aggiustare un abito o a cucinare una torta. Tutti, nessuno escluso», ha concluso Perra.
Con piccoli gesti come questi, Ilenia Sara Perra spera di ispirare altre persone a contribuire, ognuna a modo proprio, per salvaguardare la Terra e recuperare il senso di comunità, sempre più dimenticato.
Doride Pilloni (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza e seguente: Il "Punto vendita" alternativo in via De Nicola, a Serramanna