Roberto Scema, dirigente scolastico Villamar

 Villamar - Il dirigente Scema: «punto di forza è il fattore umano»

L'istituto comprensivo di Villamar, il più grande d’Italia, serve 16 comuni del territorio e si articola su 23 plessi, tra scuole dell’infanzia, elementari e medie.
Parla della sua prima esperienza da dirigente, Roberto Scema, 51 anni, già docente di materie letterarie.

Com’è andato l’esordio da dirigente nell’istituto comprensivo di Villamar?

È stato un anno scolastico particolarmente articolato, sia per la pandemia sia perché ero un neoassunto: l’istituto era da tempo in reggenza, e dunque c’erano ancora tante cose urgenti da fare. Poi l’impatto con la grande complessità di un istituto “anomalo” per le sue dimensioni, non tanto per il numero di studenti, un migliaio circa, quanto per il numero dei plessi. A settembre tutti mi dissero “sei matto ad andare a Villamar?”, ma confermo quanto dissi allora: “sono venuto per restare, non per scappare alla prima difficoltà”.

Criticità e punti di forza di un istituto così ampio?

La difficoltà è l’articolazione: ogni plesso ha l’esigenza di essere curato indipendentemente dal numero degli alunni, ed è difficile fronteggiare tutte le criticità come vorrei. Sono abituato ad affrintare chirurgicamente le cose, ma quando si ha di fronte una platea così ampia non è semplice essere sempre all’altezza della sfida e farlo con la dovuta qualità. Il punto di forza è il fattore umano. Questa è una zona complicata, colpita dallo spopolamento, c’è un disagio socioeconomico che si accompagna a una scarsa prospettiva di crescita. Nonostante ciò c’è un altissimo livello di umanità e le relazioni sociali sono ancora forti. Un aspetto di qualità è il fattore umano interno alla scuola: ho trovato un personale docente e Ata abituato a stare in trincea, con i quali non ho dovuto faticare per lanciare alcuni segnali da perseguire. Sento attorno a me un calore umano straordinario, anche da parte dei bambini; il corpo docente, il personale ata, la struttura amministrativa, tutti sono perfettamente all’altezza e mi supportano adeguatamente.


Lei è stato anche amministratore, a Villa Verde: da amministratore locale e dirigente scolastico, come migliorerebbe la scuola?

Credo che il rapporto scuola territorio sia una delle chiavi di volta per il successo dell’azione formativa. La scuola dovrebbe essere percepita non come una fonte di problemi, ma come un’entità che vuole offrire servizi e partecipare a progetti di sviluppo, e sotto questo aspetto mi sono trovato molto in sintonia con tutti gli amministratori locali del territorio. Potrebbe essere utile portare in capo all’unione dei comuni servizi come i trasporti e le mense, per facilitare i lavori dei comuni, accentrare i centri di spesa, e avere anche maggiori possibilità di crescita. Un esempio: l’idea di un sistema di trasporto pubblico locale, per il quale un piccolo abitante di Villamar che deve andare in prima media e ha una passione per la musica, possa essere messo nelle condizioni di frequentare l’indirizzo musicale a Lunamatrona, senza che i genitori debbano accompagnarlo tutti i giorni.

La pandemia ha condizionato la presenza a scuola e la didattica: quale insegnamento ne ha tratto l'Istituto?

Sicuramente abbiamo testato la grande capacità di resistenza e di adattamento della scuola, che ha saputo reinventarsi in questa circostanza. La Dad, o didattica di emergenza come preferisco chiamarla, può darci lo spunto per integrare la tecnologia nell’attività ordinaria per migliorare la qualità di quello che facciamo, renderlo più attrattivo, ma soprattutto rendere i ragazzi più preparati dal punto di vista tecnologico.

Si può migliorare la continuità tra i vari ordini e ridurre i problemi legati alle aspettative di alunni, docenti e genitori?

La continuità è un tema molto importante, ma si rinforza con la formazione. Dobbiamo metterci in condizioni di costruire piani di formazione per i docenti in maniera laboratoriale, pratica: è importante lavorare con questo obiettivo, guardare al processo educativo nella sua interezza, dall’infanzia alla secondaria. Un esempio è l’importante lavoro svolto quest’anno con l’educazione civica, che ha coinvolto tutti gli ordini scolastici, a partire dai piccolissimi, con attività propedeutiche.

T. Giada Podda © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: il dirigente scolastico Roberto Scema


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