Annagaia Marchioro

 Sanluri - In scena ieri l'ironia sagace e pungente di #PourParler

«Sono Annagaia, sono una donna, sono una madre e sono lesbica. Sono il peggior incubo della Meloni, insomma». Ha iniziato così il suo spettacolo messo in scena ieri sera al teatro comunale Akinu Congia di Sanluri, l'attrice e comica veneta Annagaia Marchioro.

L’artista, in chiave ironica e comica, ha fatto riflettere sul potere delle parole, molto spesso sottovalutato. «Sono qui - ha raccontato dal palco - perché vorrei che fosse messo agli atti che l’omosessualità non è una malattia. Sono andata in farmacia e ho provato con l’Aulin, con i fiori di Bach ma non mi è passata, ho provato con un Moment, un Oki, alla fine mi sono fatta la farmacista: ero sempre lì».

Attraverso monologhi e sketch, Annagaia Marchioro si è focalizzata sull’uso consapevole o inconsapevole del linguaggio, partendo dall'idea che quel che si dice e il modo in cui lo si dice possa influenzare i pensieri, la percezione del mondo e addirittura cambiare la realtà.

La serata è stata un viaggio tra parole attuali, parole perse, dimenticate, tra i loro significati, che talvolta possono sorprendere. «Mia mamma - ha ricordato l'attrice - mi ha sempre detto: "chi domina le parole domina il mondo". Una parola che mi piace molto è desiderare. Arriva dal latino e significa sentire la mancanza delle stelle e volerle guardare di nuovo».


Lo spettacolo è stato un viaggio tra le ingiustizie, tra la parità di genere non ancora pienamente raggiunta, tra i silenzi, tra le parole di troppo e tra quelle non dette.

«Sono cresciuta - ha riferito l’attrice - vicino a casa di Giulia Cecchettin, a Viganovo, e ho riflettuto tanto sull’accaduto. La violenza nelle parole, quotidianamente, la conosco, quando mi fischiano per strada. Un giorno passeggiavo per Roma e un ragazzo mi ha fischiato. Mi hanno sempre insegnato a non reagire, in questi casi, e invece quel giorno ho risposto:”Perché mi fischi?”. Lui mi ha guardato spiazzato, non se lo aspettava, non sapeva cosa dire. Ti sembro un cane, un gatto, che mi fischi? Non dobbiamo più stare zitte e zitti. Il silenzio brucia l’identità. Ho scoperto che in Islanda la parità di genere è stata raggiunta al novanta per cento e nonostante questo le donne continuano a protestare per colmare quel dieci per cento mancante».

L’artista è riuscita a coinvolgere il pubblico attraverso giochi di parole, curiosità linguistiche, differenze tra regioni. «La verità - ha  concluso - è che noi italiani siamo conservatori, non accettiamo ciò che è straniero. E nei social la nostra non accettazione del diverso emerge attraverso un’ondata d’odio, che se notate è sempre sgrammaticato. Il vero problema dell’odio, è che ci rende cattivi. Cattivo vuol dire prigioniero, il suo contrario non è buono, ma libero».

#PourParler, di Giovanna Donini, Annagaia Marchioro e Gabriele Scotti (produzione Brugole&co), è stato il secondo appuntamento della stagione teatrale 2023-24 organizzata dal CeDac, con il patrocinio e il sostegno del ministero della Cultura, della Regione Sardegna, del Comune di Sanluri e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

Rachele Casu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Annagaia-Marchioro sul palco del teatro comunale Akinu Congia

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