Ignazio Sessini ricordo 2023

 Villacidro - Stamattina il ricordo dei colleghi di Ignazio Sessini

Due anni fa moriva sul posto di lavoro, alla Villaservice di Villacidro, Ignazio Sessini. Atrocemente, mentre svolgeva in solitario il turno di notte.

Due anni che non hanno potuto affievolire, neanche mimimamente, il dolore di chi si è visto strappare ingiustamente e colpevolmente la presenza di una persona cara: dai familiari ai parenti, dagli amici più stretti, ai colleghi di lavoro.

Due anni in cui sul fronte della giustizia qualcosa si è mosso, anche se ancora non è stata posta la parola fine sulla vicenda e resta sempre forte la richiesta di fare completa luce sull'accaduto.

Due anni che non possono nemmeno cancellare il silenzio dei vertici aziendali in carica all'epoca dei fatti, così come il vergognoso e cinico tentativo di attribuire la responsabilità di tale tragedia a un'azione intenzionale, aumentando ulteriormente la sofferenza della famiglia e dei conoscenti della vittima.

Oggi i colleghi di Ignazio Sessini hanno ricordato la triste ricorrenza collocando dei fiori in tre diversi punti dell'impianto di Villaservice, con un cartello: «Non ti dimentichiamo. I tuoi colleghi». Parole semplici ma che ricordano a chiunque che la memoria non svanisce, e che la sete di verità e giustizia non è ancora stata placata.

Le carte dell'inchiesta sono ora nelle mani degli avvocati, dopo che il 7 aprile scorso, il pubblico ministero aveva notificato la chiusura delle indagini preliminari ipotizzando il concorso in omicidio colposo a sei indagati tra dirigenti e responsabili di Villaservice: la presidente della società all'epoca dei fatti, Antonella Concas, i consiglieri Davide Sardu e Alessandro Lai, il direttore Massimo Cortese, il capo impianto Efisio Deiana e il responsabile di reparto Cristian Cabriolu.


La tragica morte di Ignazio Sessini si è verificata in una sorta di girone dantesco all'interno di una capannone, uno stabilimento di una società partecipata dal settore pubblico, la cui direzione è affidata a un consiglio di amministrazione composto da rappresentanti pubblici, espressione delle scelte elettorali dei cittadini e che quindi dovrebbero agire nell'interesse della collettività.

Per questo motivo è ancora più doveroso che proprio in una struttura a partecipazione pubblica venga dedicata la massima attenzione alla qualità e alla sicurezza del lavoro, e c'è da chiedersi quanto sia stata una scelta responsabile disporre turni in cui i lavoratori si trovassero a operare soli durante le ore notturne, in condizioni ambientali a dire poco ostili.

Dopo due anni, così come dall'istante di quel tragico incidente, prevale la consapevolezza che nulla né nessuno potrà mai restituire l'operaio che ha perso la vita sul luogo di lavoro all'affetto dei suoi cari e della sua comunità. Nonostante ciò, tuttavia non bisogna permettere che la vigilanza si affievolisca: nessuno deve arrendersi, ma è imperativo che ciascuno faccia la propria parte per ottenere verità e giustizia, senza perdere mai la speranza.

Questo vale non solo per Ignazio Sessini e Villacidro, ma anche per un Paese in cui ancora nel 2023 una media di oltre due lavoratori al giorno non fa ritorno a casa.
Secondo i dati Inail, nel 2022 le morti sul lavoro sono state 1.090 in tutta Italia. L’anno prima, quello in cui ha perso la vita Ignazio Sessini, se ne erano registrate 1.221: frutti amari di un sistema che mette i guadagni delle imprese prima della sicurezza dei lavoratori.

È un affronto alle fondamentali norme di protezione e della dignità degli occupati, che dovrebbero essere garantite in ogni ambiente lavorativo. Solo quando la sicurezza e il benessere delle persone starà al primo posto, al di sopra del profitto, potremo dire di avere imparato qualcosa da questa tragedia.

Marco Cazzaniga © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza e seguente: i fiori collocati dai lavoratori in ricordo del collega scomparso

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