Bilancio

di Mauro Marino, esperto in economia

Questa è una settimana fondamentale per quanto riguarda la Legge di bilancio e le prospettive economiche che riguardano l’Italia nel 2022.

Dopo l’invio del Documento programmatico di bilancio a Bruxelles che è solamente la cornice entro la quale sono determinati i confini economici dell’impianto della legge, c’è stato il passaggio fondamentale dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge del Bilancio, vale a dire la manovra economica vera e propria.

Il testo licenziato dal Consiglio dei ministri non sarà poi il testo definitivo perché le varie forze politiche presenteranno tutta una serie di emendamenti, anche se dovranno trovare copertura finanziaria e non intaccare i saldi finali. Una volta ottenuta l’approvazione dai due rami del Parlamento, entro il 31 dicembre 2021, il testo entrerà in vigore il 1 gennaio 2022.

La legge di bilancio è di circa 30 miliardi di euro, pari a 1,40 punti di Pil. La parte del leone la farà il Reddito di cittadinanza con uno stanziamento di circa 8 miliardi di euro: dopo le critiche di alcune forze politiche, saranno aumentati i controlli da parte della Guardia di finanza, per evitare truffe. Sarà attuata anche quella parte di provvedimento che stabilisce l’impiego almeno di una parte dei beneficiari in attività lavorative, cosa che non è avvenuta nei primi tre anni del provvedimento.

Altro aspetto importante riguarda l’abbassamento di tasse e imposte. Da alcuni anni si sta discutendo su una progressiva modifica dell’imposizione fiscale cercando di spostare il peso della tassazione dalle imposte dirette, come Irpef Ires e Irap, a quelle indirette, come Iva e le varie imposte di Registro, Catastali e sulle Successioni. Inoltre, sempre tenendo conto della progressività delle aliquote sancite anche dall’art. 53 della Costituzione, cercare di armonizzazione i vari scaglioni Irpef, magari portandoli da cinque a quattro, e operare una diminuzione delle aliquote.

Come si intuisce sarà quasi impossibile operare una riduzione di tutti gli scaglioni dell’Irpef e molto probabilmente si opererà solamente una riduzione dell’Irap per le imprese nonché una riduzione dal 38 per cento al 34 per cento del solo terzo scaglione quello che va da 28.001 a 55 mila euro annui.

Sarà nuovamente finanziato il capitolo riguardante le detrazioni della casa che ha dato una boccata di ossigeno ad un settore che era in crisi e che lentamente si sta riprendendo, prolungando il super bonus al 110 per cento nonché prorogando il bonus edilizio per la riqualificazione energetica al 65 per cento e il bonus ristrutturazioni al 50 per cento, mentre pare che il bonus facciate sarà diminuito, passando dal 90 per cento al 60 per cento.

Altro capitolo importante quello delle pensioni dove si sta studiando una soluzione più morbida alla conclusione di quota 100 per eliminare lo scalone di cinque anni, da 62 anni a 67 anni di età, che si formerebbe al 1 gennaio 2022 se non si intervenisse a livello normativo. Il governo ha ipotizzato quota 102 dal 2022 e quota 104 dal 2023 ma sia le organizzazioni sindacali sia la Lega hanno comunicato il loro forte dissenso e i tecnici del Ministero stanno cercando una soluzione che possa soddisfare entrambi: la soluzione proposta e quella di quota 102 (38 di contributi + 64 di età) solo per l’anno 2022, rimandando una ulteriore revisione pensionistica all’anno 2023.

In questo capitolo di spesa, poi, bisogna anche inserire la perequazione automatica degli oltre 22 milioni di assegni previdenziali in seguito all’aumento dell’inflazione che nell’anno 2021 dovrebbe assestarsi al 1,5 per cento.

Infine, saranno stanziati un paio di miliardi di euro per completare le spese causate dalla pandemia con assunzioni di personale nel settore sanitario nonché per sostenere spese indifferibili e urgenti che non possono essere programmate.

Questo dovrebbe essere a grandi linee l’impianto della legge di bilancio 2022. Come si può notare un tentativo di mantenere equilibrio tra l'esigenza di assicurare la continuità del Reddito di cittadinanza alle famiglie che a causa del Covid sono ai limiti della povertà e quella di ridurre alcune imposte e mantenere i bonus edilizi, per attuare uno sviluppo all’economia che insieme ai fondi del Recovery possa rilanciare il Paese.

Mauro Marino, esperto in economia © Riproduzione riservata

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