Chiaroscuro

di Mauro Marino, esperto in economia

Gli ultimi giorni dell’estate sono stati caratterizzati dalla crisi che si è verificata in Afghanistan dove la situazione è precipitata e dopo il ritiro delle forze americane, seguito da quello dei paesi europei, i talebani avuto campo libero. La situazione attuale è in piena evoluzione e sugli equilibri planetari bisognerà vedere l’atteggiamento di Cina e Russia, che al momento non si sono ancora pronunciate in maniera chiara.

Per quanto riguarda la situazione italiana, siamo alla vigilia di un autunno in chiaroscuro.
La campagna vaccinale dopo un inizio incoraggiante ha accusato una battuta d’arresto, con oltre quattro milioni di italiani over 50 che ancora per varie ragioni non si sono sottoposti alla vaccinazione. Un problema rilevante anche in considerazione del prossimo inizio dell’anno scolastico che dopo due anni a singhiozzo con largo ricorso alla dad (didattica a distanza) non può più permettersi di fare perdere giorni di lezione in presenza ai nostri ragazzi (che ricordiamolo sempre saranno la classe dirigente del futuro).

Dopo la crisi economica dovuta al Covid c’è la necessità di trovare una sintesi sulla riforma degli ammortizzatori sociali con governo/sindacati/imprese che avrebbero trovato un accordo con l’estensione dei paracaduti sociali anche per subordinati e lavoratori a domicilio nonché per i lavoratori autonomi.

Si parla di un costo intorno agli otto miliardi di euro, e dopo l’alt imposto dal ministro dell’Economia Daniele Franco, tutto è stato rinviato alla legge di bilancio. C’è inoltre la necessità di intervenire in ambito previdenziale con la scadenza di quota 100 che si avvicina (alla fine dell’anno) e che, senza interventi, determinerebbe uno scalone di cinque anni (da 62 a 67 anni di età) per poter accedere al pensionamento.

Anche su questo capitolo in base alle proposte che sono sul tappeto bisognerà investire alcuni miliardi di euro, ma almeno in questo caso si potrà accedere al denaro risparmiato dal parziale flop di quota 100, che sarebbe dovuta costare nei tre anni venti miliardi di euro e invece ne costerà poco più della metà.

Per fortuna ci sono anche delle buone notizie sul fronte economico.
Innanzi tutto sta continuando ad andare a gonfie vele il comparto turistico, con prenotazioni che sono state confermate per i mesi di settembre e ottobre. Soprattutto c’è stato un significativo aumento della produzione industriale, principalmente nel campo manifatturiero: le previsioni sono di un aumento del prodotto interno lordo per l’anno 2021 di oltre il 5 per cento rispetto al precedente. Nei primo semestre dell’anno poi vi è stato un aumento dei posti di lavoro di oltre 500.000 unità di personale. Anche la entrate tributarie, sia reddituali sia contributive, che erano crollate nel 2020, si sono riallineate ai livelli dell’anno 2019.

Sono arrivati, inoltre, i primi 24,9 miliardi di euro del Recovery Fund, prima rata dei 191,5 miliardi che giungeranno dall’Europa fino all’anno 2026, che daranno una spinta significativa ai settori della green economy, degli investimenti, delle grandi opere pubbliche e della tutela del territorio dal punto di vista idrogeologico.

Da ultimo, ma altrettanto importante, la borsa sta andando bene (+ 20 per cento dall’inizio dell’anno) e lo Spread (il differenziale tra i titoli di Stato e i Bund tedeschi) si è assestato intorno ai 100 punti base con conseguente minore costo da pagare sugli interessi dei titoli di Stato. Quindi, se da una parte i problemi per il governo non mancano, si intravedono taluni segnali confortanti per potere uscire velocemente dalla crisi sanitaria ed economica che ha investito tutto il mondo e che ha causato in Italia i diciotto mesi peggiori mai registrati dal dopoguerra.

Mauro Marino, esperto in economia © Riproduzione riservata

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