Via Roma, Villacidro

 Peripezie di un ciclista della domenica che vorrebbe percorrere via Roma

Una giornata feriale libera, complici le vacanze pasquali, dopo tanto tempo. E anche sufficientemente calda e soleggiata. Per andare in bicicletta, inoltre, l’unica cromaticamente praticabile, stando alle disposizioni del recente Dpcm e degli impegni prefestivi.
Itinerario scelto, Castangias con la sua bella strada panoramica che sovrasta Villacidro.

Peccato solo per la mia forma fisica, non proprio da ciclista.
Entro in via Roma, dalla parte bassa. Una striscia d’asfalto che copre il vecchio selciato, si srotola fino a valle del paese, a piazza S’Osteria, dividendo l’abitato con un dislivello importante: la differenza di quota supera abbondantemente il centinaio di metri.

Una volta parte del salotto buono della cittadina, conduceva dalla periferia produttiva alla parte alta del paese, all’elegante piazza Frontera, al palazzo comunale, alla piazza Zampillo.
Una via democratica: sul selciato si affacciavano con la stessa dignità case di contadini e case di borghesi. La stessa famiglia Dessì (quella dello scrittore Giuseppe autore di Paese d'ombre) risiedeva in una delle abitazioni che la definiscono.
Ancora oggi è sede di importanti attività produttive, di servizi, di ristorazione: cuore pulsante e arteria che unisce, protagonista della vita sociale del paese.

Primi 50 metri, primi ostacoli. Le attività commerciali attirano parecchio traffico. E quindi sono numerose anche le auto parcheggiate, a volte in maniera creativa.
Ricapitolando: strada stretta, molti passanti, macchine parcheggiate in ogni pertugio praticabile, e una persona di mezza età (io), sicuramente non normopeso, che arranca in bicicletta. In salita. A fare slalom tra i suddetti ostacoli alla velocità lumachesca che la preparazione atletica mi consente.
Immaginate il traffico alle spalle. Immaginate il frastuono dei clacson.

Perché oggi abbiamo fretta. Tanta fretta. Ha fretta la casalinga che deve affrontare il dislivello di un paese di montagna mentre fa la spesa per il pranzo pasquale, anche quest’anno confinato in casa. Ha fretta il giovanotto dal bisogno di ammorbare udito e olfatto altrui con impressionanti accelerate, siano di moto o d’auto sportiva. Ha fretta il professionista, che il tempo per lui è veramente denaro, mica può sprecarlo dietro un veicolo ecocompatibile che, ahimè, ha il grave difetto di non essere all’altezza dei suoi standard di velocità.

Abbiamo fretta, non oggi in particolare. Al giorno d’oggi. Sembra strano, ma anche i tempi di una comunità che è la più grande del territorio, ma che paesone resta, si sono adeguati alla freneticità tipica dei grandi centri urbani. Senza averne però alcune caratteristiche: dalle larghe strade alle corsie riservate. A ben vedere, la villacidrese Via Roma ha tutta l’aria, viste le dimensioni, di un tratto carrabile nel vero senso della parola, ovvero percorribile con il carro trainato dai buoi.

Ecco quindi che qualsiasi veicolo che non si adegua a una velocità adeguata per la percorrenza di questa strada, viene mal tollerato, rimproverato a suon di clacson, l’equivalente dell’antico e immaginifico sonu de corru.

Ma questo non è il paese di Fabio Aru, che tanto lustro ha dato alla comunità e alla Sardegna tutta in sella alla sua due ruote? E allora un po’ di rispetto! Per le biciclette, i passeggini spinti da genitori che non trovano un marciapiede degno di questo nome, gli anziani passeggiatori costretti a camminare in fila indiana nel canaletto di scolo delle acque piovane, sottomessi alla selva degli specchietti retrovisori, da non toccare.


Giuseppe Diana © Riproduzione riservata


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