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Il click day sarà riprovevole ma serve ripensare tutto il sistema delle contribuzioni alla cultura

Si è scatenato le scorse settimane un dibattito importante, necessario, speriamo risolutorio, sull’assegnazione di una discreta fetta di contributi pubblici alle manifestazioni culturali e di spettacolo, erogati dall’assessorato al Turismo di questa bistrattata regione Sardegna.

Si è già dibattuto del discutibile meccanismo di assegnazione, affidato a una sorta di gioco a premi per associazioni, agenzie e organizzatori, più nelle corde di un Ok, il prezzo è giusto! con tanto di pulsantone da premere prima d’altri, che non a una vagliatura premiante il merito, l’esperienza, il ritorno economico e culturale della proposta.

Al di là di questo, occorre fare però una seria riflessione sulle modalità di assegnazione delle risorse stesse. E non solo a mio parere, ma secondo quello delle tante realtà territoriali che ogni anno combattono (non solo metaforicamente) per una maggiore equità nell’assegnazione delle risorse a sostegno di validi progetti culturali.

Per inciso, giusto per levare subito il dente dolorante, se un festival è arrivato alla trentesima edizione, immagino che possa camminare autonomamente, e non dipendere – come un rampicante dal suo tutore - dal costante supporto di quanto concedano le ormai sempre più prosciugate mammelle degli uffici regionali.

Certo, mi si obietterà che alcuni festival hanno portato, in termini di ritorno economico, 100 volte tanto il valore speso per contributi regionali. A costoro rispondo che personalmente conosco almeno una quindicina di operatori culturali che, avendo accesso a una sola frazione di quanto hanno ricevuto negli anni le suddette organizzazioni, sicuramente avrebbero messo in piedi manifestazioni con un pubblico locale, “continentale” ed estero importante. Oppure una grande visibilità, anche online, che spesso il singolo concerto/rappresentazione/spettacolo/evento non riesce a raggiungere.

Un esempio? Eccolo. L’esperienza “377Project”, di Sebastiano Dessanay, raffinato musicista e insegnante di contrabbasso al conservatorio di Birmingham. Scandagliando palmo a palmo i 377 comuni dell’Isola, passò il 21 dicembre 2018 da Villacidro e lo stesso giorno, ma un anno dopo, terminò il suo progetto, a Cagliari.

Dal suo blog, omonimo: «377 è un progetto artistico dedicato alla Sardegna. In bicicletta ho attraversato i 377 comuni dell’isola in 377 giorni. Non importa quanto vicine o lontane siano state le mie tappe. Ogni giorno l’ho dedicato a un comune, al suo territorio e alla sua gente». E con tanto di composizione musicale per ogni paese!

Tante cose mi hanno colpito di questa esperienza, ma una più delle altre mi è rimasta impressa: in occasione della visita di Sebastiano a Villacidro, durante il colloquio con la sindaca e alcuni rappresentanti della giunta, un assessore affermò, vado a memoria, qualcosa del tipo: «Mi piace che nel tuo blog il comune di Pompu riveste la stessa importanza del comune di Cagliari».

Da questo progetto Sebastiano, bisnipote del poeta Pascale Dessanai, ha tratto un concerto multimediale, e sta realizzando un libro. Tutto autoprodotto, senza contributi di mamma Sardegna, ma che, se adeguatamente valorizzato, avrebbe positive ricadute su cicloturismo, cultura, enogastronomia. Pare poco?

Giuseppe Diana © Riproduzione riservata

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