Regione - Comunicato stampa diffuso integralmente
È stato chiamato “contributo alla finanza pubblica”. Di fatto è un taglio netto che Comuni, Province e Città metropolitane subiranno fino al 2027.
Si parla di 200 Milioni di Euro all’anno a carico dei Comuni e 50 Milioni di Euro all’anno a carico delle province.
È quanto si è appreso qualche giorno fa dal comunicato nr 2 del 4 Luglio del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno.
Alla Sardegna mancheranno circa 40 milioni di Euro all’anno per il prossimo quinquennio e andranno ad incidere sulle spese correnti dei Comuni.
Tradotto: meno servizi per i cittadini.
Si va dagli oltre 2 Milioni di tagli solo per il Comune di Cagliari fino ad arrivare proporzionalmente a minori trasferimenti verso tutti i comuni, dal più piccolo al più grande.
Anci Sardegna esprime la sua netta contrarietà e trova davvero incomprensibile come questa sorta di spending review colpisca in modo così importante le articolazioni dello Stato più prossime ai cittadini.
Incidere sulla spesa corrente dei comuni significa che si avranno meno risorse per la gestione degli asili nido, per i servizi agli anziani e alle persone in difficoltà, per la pulizia e la cura del verde e dei parchi pubblici e per tutti quei servizi di cui i nostri cittadini hanno estremamente bisogno.
I Comuni hanno dimostrato in questi anni di sapersi assumere pienamente la responsabilità di gestire le emergenze (basti pensare al periodo pandemico) ma soprattutto di essere esecutori virtuosi rispettando tutte le scadenze del Pnrr per la realizzazione delle opere.
Certo ci vuole un poco di perversione per immaginare una decurtazione in aumento per quei comuni maggiormente virtuosi nel reperimento delle risorse del Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
Più sei stato bravo a reperire risorse del Pnrr e maggiore sarà il taglio per i prossimi cinque anni.
Anci Sardegna chiede al Governo di rivedere la propria decisione e ai parlamentari sardi di intervenire per correggere questo disegno perverso che porterà i Comuni, soprattutto quelli con impegni pluriennali al rischio di dissesti finanziari e di squilibri.
In mancanza di interventi governativi si chiede alla Regione Sardegna di impugnare il Decreto perché non sono chiari le voci su cui è effettuato il calcolo e di prevedere un’integrazione del Fondo Unico per gli enti locali tale da sterilizzare almeno per il 2024 il taglio statale.
Ben altri sono, difatti, gli sprechi che si annidano nella macchina statale. Non certo quelli dei comuni che rendono servizi imprescindibili per i cittadini.
Comunicato a cura di: Anci Sardegna
I comunicati stampa sono importanti, come il lavoro di chi li scrive: per questo, quando riteniamo utile divulgarne il contenuto attraverso le nostre pagine, abbiamo scelto di farlo in modo riconoscibile e distinto dagli altri articoli di nostra produzione, riportandoli integralmente, nel rispetto della filiera dell'informazione. (Redazione Il Sardington Post)