Vaccini

Quella cattiva informazione che fa più male del vaccino

Con tutti i dubbi di questo mondo, sono in attesa di un vaccino che per me arriverà chissà quando.

Sono in attesa di un vaccino perché un altro anno come questo forse non lo reggo. Sono in attesa di un vaccino perché mi sto recitando addosso. Sono in attesa di un vaccino perché se siamo in tanti, magari la mascherina no, non la togliamo, ma potremo finalmente frequentare sale teatrali, concerti, cinema.

Sono in attesa di un vaccino, qualunque esso sia, perché è indubbio che la vaccinazione comporta comunque una certa percentuale di rischio, ma tale rischio rientra in una scala comparativa che spesso ci dimentichiamo.

Alcuni esempi: circa 65 milioni di dosi di vaccino somministrate in Europa, con lo 0,00086% di mortalità sul totale delle 42.407.948 dosi di Pfizer, lo 0,00057% su 14.874.397 dosi di AstraZeneca, lo 0,0038% su 3.600.862 dosi di Moderna (fonte: tabelle dell'agenzia europea del farmaco, 16 marzo).

Per esempio, i dati sugli incidenti stradali, solo in Italia nel 2019 sono preoccupanti: 172.183 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, con 3.173 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 241.384 feriti (fonte: rapporto Sicurstrada).

È più sicuro restare a casa? Non direi, tra ustioni, cadute, scivolate, tagli e avvelenamenti da sostanze tossiche e pericolose, in Italia si raggiunge un poco rassicurante totale che supera i 4 milioni e mezzo di incidenti domestici, con una mortalità dello 0,17% (circa 8000 vittime).

Forse è meglio farsi una passeggiata? Anche lì, attenzione al meteo. Un semplice temporale può risultare molto pericoloso e può causare vittime: la media è di 20 persone folgorate da un fulmine all’anno.

Insomma, pare di capire che la mortalità per siero inoculato è decisamente bassa: più probabile essere attaccati da uno squalo.

E allora per quale motivo dobbiamo si deve temere un'iniezione intramuscolare?
La psicologia umana è particolarmente complessa. Quando si sta male, per esempio per un forte mal di denti, si sarebbe capaci di assumere qualunque sostanza, legale o meno, pur di superare il momento critico del dolore. Ma il vaccino no, perché fa morire la gente.

Recentemente è apparsa una notizia che lascia se non altro perplessi, in quanto ad approssimazione informativa. Il 16 marzo una donna di 83 anni di Taranto è deceduta, investita da un autobus. Alla triste notizia, un giornalista che l'ha divulgata ha voluto aggiungere un po’ di pepe, con la brillante idea di sottolineare che la signora avesse appena assunto il vaccino Pfizer.

E allora mi viene, un dubbio. Non sarà che a montare la diffidenza,  il sospetto, la paura nei confronti di quella che allo stato attuale delle cose sembra l’unica via d'uscita dalla pandemia, sia proprio certa informazione? Magari sommata all’incapacità di molti nel distinguere tra buona e cattiva informazione? O complice dell'analfabetismo digitale, che porta a prendere per buona qualsiasi cosa che si legga su uno schermo (l’ho letto su Google)?

Resto in attesa di un vaccino, con tutti i dubbi e le paure di questo mondo, ma consapevole che una semplice iniezione potrebbe veramente liberarci da un incubo dal quale non riusciamo a riprenderci.

Giuseppe Diana © Riproduzione riservata


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