Bronzetti Sardara

 Sardara - Il Comune chiederà al Museo archeologico di Cagliari di riavere in prestito i propri tesori

Riportare a Sardara, anche in via temporanea, i suoi tesori archeologici: gli arcieri nuragici e i bacili bronzei.
Approvata all'unanimità dal Consiglio comunale di mercoledì sera la mozione presentata dal gruppo di minoranza Orizzonte Sardara, per riportare nel centro termale, in concessione temporanea, gli importanti reperti archeologici rinvenuti a Sardara e attualmente conservati al Museo archeologico nazionale di Cagliari.

Gli oggetti sulla quale si è concentrata la richiesta della minoranza sono i due bronzetti che raffigurano altrettanti guerrieri nuragici con l’arco, ritrovati agli inizi del secolo scorso (1912-1913) durante alcuni lavori agricoli, non lontano dall’area archeologica di Santa Anastasia, in località Sa Costa: i bronzetti sono databili al IX-VIII secolo a. C..

I due arcieri sono riprodotti nell’atto di tendere l’arco per scoccare la freccia e la loro fattura, per tipologia e dovizia dei particolari rappresentati (gli arcieri sono riprodotti vestiti all'orientale e indossano abiti di provenienza assiro babilonese), è certamente tra i più raffinati esempi delle realizzazioni bronzee dell'età nuragica.

Altri oggetti preziosi da riportare a casa sono anche tre bacili in bronzo (databili alla fine del VIII-VII secolo a. C.) del diametro di poco meno di 40 centimetri. I reperti, differenti tra loro ma tutti realizzati con la tecnica della lamina unica, vennero rinvenuti nell’area archeologica di Santa Anastasia.


Nella presentazione in Aula della mozione, il consigliere Andrea Caddeo, ha ricordato come operazioni analoghe siano state già autorizzate per altri paesi sardi dal Museo archeologico nazionale di Cagliari: «La richiesta ha buone probabilità di essere esaudita, considerando che l'ente cagliaritano ha concesso il prestito di simili manufatti a diversi comuni, tra cui Bultei, dove sono rientrate le navicelle nuragiche, Vallermosa, al quale è stato concesso il prestito del bronzetto nuragico conosciuto come Barbetta e Decimoputzu, che ha potuto riavere la sua famosa dea Madre. Il comune di Sardara dispone di spazi, strutture e di tutti i requisiti necessari alla concessione del prestito e che possano garantire la piena fruibilità delle opere ai visitatori».

La discussione in Aula ha trovato tutti concordi sull'opportunità che la presenza dei reperti nuragici in paese costituirebbe un forte richiamo in termini di attrattività turistica, incrementando notevolmente la qualità dell’offerta culturale disponibile. La presenza a Sardara dei reperti contribuirebbe inoltre a rafforzare nella comunità i sentimenti identitari e il senso di appartenenza.

La mozione, approvata all’unanimità, impegna quindi il sindaco e la Giunta comunale a impartire direttive agli uffici affinché si attivino le procedure per la concessione temporanea dei reperti, oltre che ad accogliere le eventuali disposizioni dettate dal Museo archeologico nazionale di Cagliari relative alla sicurezza, al trasporto e alla movimentazione dei beni richiesti.

 

Redazione I.S.P. © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: gli arcieri nuragici

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