Battista Zurru

 Pabillonis - Il primatista dei tiratori sardi si racconta

Lo hanno definito “il signore della pedana”, “la leggenda del tiro a piattello”, “il maestro”, “il guru” ; lui, Battista Zurru, un “ragazzo” di 83 anni sorride e continua a stupire tutti.

Nella disciplina Tiro a volo il pabillonese Zurru non ha rivali, in Sardegna è il miglior tiratore di sempre. Nel suo palmares centinaia di vittorie, trofei, attestati e medaglie d’oro da parte del Coni per meriti sportivi.

«Ricordo ancora benissimo la prima volta che ho cominciato», racconta un emozionato Battista Zurru, «era il 29 agosto del 1955, in paese si festeggiava San Giovanni e avevano portato da Guspini una macchina lanciapiattelli, tutte le doppiette di Pabillonis parteciparono alla gara. Io provai per gioco e arrivai al secondo posto finale. Da lì è nata la passione per il tiro a volo».

Negli anni ‘60 nascevano i primi campi di tiro a volo sportivi e le vittorie del tiratore Zurru si moltiplicarono. Cagliari, Portoscuso, Alghero, Olbia, Sassari, Lanusei,Carbonia, Nuoro (per citarne solo alcuni), in ogni campo di tiro un successo.

Gare in notturna come quella di Santa Giusta dove vinse 7 gare su 7 disputate, o in quel di Sardara dove conquistò, con 119 piattelli su 125, il record sardo.

La grinta, la costanza e la perfetta esecuzione di tiro gli fecero stabilire un formidabile punteggio anche a Porpetto, in Friuli, dove si classificò a pari merito col campione olimpico di Londra 2012, il croato Giovanni Cernogoraz, che a fine gara si complimentò con lui.

«Ho sempre vissuto lo sport con serenità, senza nessun tipo di pressione, solo per puro divertimento come quando da ragazzo giocavo a calcio» ha affermato Zurru.


Si, perché il calcio è l’altra passione sportiva di Battista. «Ho giocato per tre anni col Guspini in prima divisione» ricorda ancora Zurru, «sono stato capocannoniere in ogni stagione, diventandone poi anche il capitano. Dopo una stagione al Gonnosfanadiga, assieme a tanti amici calciatori decidemmo di riportare il calcio a Pabillonis, formando nuovamente una squadra e iscrivendola al campionato. Nel ’64, ci fu una partita epica col Guspini, riuscimmo a portare al campo sportivo di Pabillonis tremila persone, un record tuttora imbattuto».

Chi vide Battista Zurru giocare ne rimase incantato, ancora oggi nel paese si ricordano le sue punizioni a foglia morta, i suoi violentissimi tiri dalla distanza e i suoi goal direttamente da calcio d’angolo.

«Mi voleva il Cagliari» ricorda con un pizzico di malinconia Zurru «avevo fatto un provino e diversi dirigenti avevano puntato gli occhi su di me, ma non potevo permettermi di lasciare il mio lavoro di panettiere, allora di pallone non si campava. Così dopo le esperienze nelle squadre dei paesi limitrofi, a 27 anni appesi gli scarpini al chiodo».

Dal pallone ai pallini è un attimo: il secondo tempo della vita sportiva di Battista Zurru non è ancora terminato. Altre fosse olimpiche e altre vittorie aspettano il gigante pabillonese del tiro a volo.

Stefano Cruccas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Battista Zurru

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